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La Coldiretti dell'Umbria lamenta ancora una volta il fatto che i risarcimenti dei danni prodotti dagli ungulati agli agricoltori sia tardivi e anche irrisori, come nel caso di un'azienda di Norcia

Accanto al rafforzamento delle azioni volte ad un contenimento drastico del numero di cinghiali sull’intero territorio regionale, dove l’enorme presenza di ungulati è divenuta un flagello per l’agricoltura, oltre che un pericoloso problema sociale, occorre accelerare il percorso che porterà alla modifica della legge in materia di risarcimento dei danni.  È la richiesta contenuta nella lettera inviata dalla Coldiretti Umbria all’assessore regionale all’ambiente Lamberto Bottini.
L’organizzazione di categoria, pur riconoscendo che si sono fatti alcuni passi in avanti, tipo i prelievi selettivi, lamenta il persistere di sofferenze per gli imprenditori agricoli umbri.
“Emblematico tra i tanti – scrive Coldiretti – il caso di una azienda agricola di Norcia, che proprio in questi giorni si è vista recapitare le lettere della Provincia di Perugia, per l’indennizzo dei danni alle produzioni provocati dalla fauna selvatica nel corso del 2007. A fronte di un accertamento tecnico di danno pari a euro 952, è stata riconosciuta all’azienda una liquidazione effettiva pari ad euro 269,21 (28,3% circa dei danni).
È chiaro – si legge nella lettera inviata da Coldiretti a Bottini – che si tratta di “cifre” irrisorie che giungono tra l’altro con notevole ritardo rispetto al momento effettivo del danno”.
Per Coldiretti è evidente che il sistema dei risarcimenti in vigore deve al più presto essere rivisto, ma che accanto a questo, è necessario un “profondo impegno per eliminare il problema alla base: ovvero, tramite una riduzione degli ungulati, magari preceduta da un attento censimento della specie, utile a programmare le attività di contenimento”.

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