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I dati di Unioncamere e Istituto Malacarne mostrano molte ombre e poche luci: carenti le infrastrutture sanitarie e per l’istruzione

L’atlante della competitività delle province e delle regioni italiane, elaborato da Unioncamere e dall’Istituto Malacarne, è una banca dati statistica composta da oltre 500 indicatori a livello provinciale e regionale, organizzati in nove macro-aree.
Nella graduatoria delle dotazioni infrastrutturali l’Umbria scende nel 2007 al 14mo posto in Italia rispetto al 13mo posto del 2001 per quanto riguarda la situazione generale e le infrastrutture sociali, ma avanza di una posizione per quanto riguarda quelle economiche (da 15 a 14).

La situazione della regione nel contesto della dotazione infrastrutturale non si può certamente definire delle migliori. Il valore che assume l’indicatore generale è pari a 77,9 nel 2007 (79,9 nel 2001 fatta pari a 100 la media Italia).
La scomposizione dell’indicatore generale nelle due sue componenti principali (economica e sociale) non mostra divaricazioni dall’andamento generale. 
L’analisi delle singole categorie mostra come tutte presentino un valore dell’indicatore inferiore a 100. Costituiscono un eccezione a questo trend le ferrovie, il cui valore nel 2007 è pari a 187,7 (153,8 nel 2001), collocando la regione al 1° posto nazionale.
Una nota negativa arriva dall’indicatore del rapporto sofferenze-impieghi, al di sopra del dato medio nazionale.

Nessuno degli indicatori considerati che possono contribuire a fornire informazioni sulla situazione socio-culturale dell’area consentono all’Umbria di occupare posizioni degne di rilievo.
Una parziale eccezione può essere fatta per la delinquenza giovanile, che è particolarmente modesta ed in calo, come si desume dal numero di minori denunciati (170 contro i precedenti 207) che pone la regione al 17esimo posto in Italia.
Non appare soddisfacente la dotazione delle infrastrutture sociali, l’indice generale è infatti pari a 76,8, particolarmente carenti quelle sanitarie e per l’istruzione.
La regione per superficie tutelata occupa posizioni medio basse nella graduatoria. E’ poi 13esima per produzione di rifiuti speciali. Buona la percentuale di rifiuti per i quali si effettua la raccolta differenziata(circa ¼ del totale, 9° valore in Italia).

Ammontano a 872.967 gli abitanti residenti nell’Umbria. Sono infatti circa 104,6 gli abitanti per kmq, un dato notevolmente inferiore rispetto sia a quello nazionale sia a quello dell’area centrale, fra loro pressoché equivalenti (197,8 e 200,1 abitanti per kmq).
Notevole la presenza di anziani. Ben il 23,4% della popolazione ha superato i 65 anni di età, un dato superiore sia a quello nazionale che a quello del Centro Italia. Ciò comporta un certo deficit di popolazione in classe di età cosiddetta attiva (15-64 anni) e nei giovanissimi (12,6% nella regione contro il 14,1% dell’Italia).
Essendo il capoluogo di regione un importante centro universitario per stranieri, la regione si posiziona al 3°posto in Italia per incidenza degli stranieri con 7.315 stranieri ogni 100.000 abitanti, di cui l’76,2%extracomunitari. Un’altra caratteristica della presenza straniera della regione è la forte quota di comunitari presenti.

Ammontano a 82.764 unità le imprese registrate sul territorio regionale al 31-12-2007. I settori maggiormente presenti sono essenzialmente due: agricoltura e commercio, infatti, assorbono circa il 48% delle attività imprenditoriali.
In particolare risulta notevole l’incidenza delle aziende operanti nel settore primario (23,2%), dato nettamente superiore sia alla media nazionale (17,6%) che a quella del Centro Italia (15,3%).
Anche l’incidenza delle imprese artigiane risulta superiore rispetto alla media nazionale, attestandosi al 30%.
Il ritmo di crescita del numero delle imprese risulta basso: tuttavia, il tasso di evoluzione, nel 2007, si è attestato ad un valore pari a 0,65 imprese in più ogni 100 esistenti all’inizio del periodo, dato che è superiore all’omologo aggregato a livello nazionale (0,45) ma quasi ½ rispetto a quello macroripartizionale dell’ Italia Centrale (1,2).

Di rilievo sono le strutture turistiche della regione che vantano il dodicesimo posto
nazionale con 3.179 esercizi turistici complessivi per un totale di 79.886 posti letto.
Il tasso di disoccupazione complessivo si assesta al 4,6%, dato sensibilmente inferiore alla media nazionale (6,1%).
Analizzando la situazione occupazionale per sesso e popolazione cosiddetta attiva (15-64 anni), emerge che tutti i dati sono al di sopra rispetto a quelli italiani complessivi.
Di estremo interesse si presenta, invece, il quadro relativo alla dinamica temporale del livello di occupazione. Gli occupati dipendenti, poi, risultano il 74,6% mentre il terziario detiene il 65% degli occupati.
Da rilevare l’alta percentuale di lavoratori laureati che fanno della regione la quinta fra le venti
. Il tasso di variazione previsto per il 2007 è del 0,82%, di poco inferiore ai valori nazionali e macroripartizionali.

Il contributo delle imprese umbre alla formazione del valore aggiunto nazionale è pari all’1,4%, che corrisponde ad un valore del Pil procapite di circa 24.585 euro (in aumento rispetto al precedente 23.568). Questo valore è inferiore alla media italiana (25.837) e del Centro Italia (28.575).
Da un punto di vista settoriale è da evidenziare l’interessante performance fatta segnare oltre che dall’industria, dal settore creditizio. Aumenta sensibilmente il contributo dell’artigianato alla formazione del Pil regionale rispetto alla media nazionale, guadagnando la seconda posizione.
Il reddito disponibile procapite risulta essere superiore, anche se di poco (17.594 euro contro 16.091), a quello nazionale ma inferiore a quello dell’Italia Centrale (17.602).

Diversi invece i risultati che si hanno, procedendo all’analisi dei consumi per abitante. Infatti il livello di consumi per abitante (14.372 euro) è inferiore sia pur di pochissimo a quello medio nazionale (14.978 euro), mentre il divario rispetto alla macroripartizione di riferimento è più accentuato (16.288).
Peraltro la regione consegue risultati rilevanti in alcuni indicatori legati all’utilizzo dell’automobile. Risulta essere sesta a livello nazionale per la proporzione di autovetture di grossa cilindrata (almeno 2000 centimetri cubici) e seconda a livello nazionale per la diffusione dell’automobile ogni 1.000 abitanti.

In allegato il dettaglio della situazione per ciascuna delle due province umbre

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