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I volumi degli "imballati" venduti nella regione sono cresciuti dell'1%, forse in virtù del maggior contenimento dei prezzi rispetto alle altre realtà, dove invece i distributori alla "spina" stanno volando

Nonostante la campagna in favore dello “sfuso” e i vari incidenti con prodotti confezionati adulterati o taroccati, nel settore del largo consumo confezionato (che include drogheria alimentare, freddo, fresco, cura degli animali, cura della casa e cura della persona), in Umbria si è registrato un aumento dell’1% dei volumi ed anche per quanto riguarda l’andamento dei prezzi (+3,4%) l’aumento si è mantenuto al di sotto della media nazionale, che registra un +4,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Boom di vendite, invece, per i detersivi “alla spina” nel Lazio, regione più reattiva dell’Umbria di fronte alle novità.
Quasi 27.000 kwh di energia risparmiata, 2.484 kg di anidride carbonica non emessa, 4.458 metri cubi di acqua non consumata e 18.579 bottiglie di plastica non utilizzata.
Sono questi i numeri del risparmio ambientale già ottenuto grazie ai 12 impianti di detersivi alla “spina” installati, a partire dall’aprile scorso, in altrettanti ipermercati nel Lazio.
I cittadini hanno risposto bene, acquistando fino a questo momento 63.995 litri dei cinque diversi tipi di prodotto disponibili.
Una scelta che coniuga risparmio economico (visto che il prezzo medio di un prodotto sfuso è di solo 1 euro) e rispetto per l’ambiente.

 

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