Non si placano le polemiche sul programma della seconda edizione di “es. terni”, manifestazione con la quale il Comune di Terni intendeva polarizzare ” la forza creativa e l’indagine sulla contemporaneità, connotandosi sempre di più per l’attenzione e il sostegno agli artisti emergenti e lanciando un’operazione ambiziosa di mappatura delle realtà artistiche emergenti della scena nazionale”.
L’ultimo spettacolo in programma, Viva Verdi, era stato presentato come “una performance sull’accidia, sull’ozio artistico, su cosa un artista dovrebbe fare e per quale motivo, sulla possibilità di combinare opera e performance nello stesso spettacolo e sul perché questo sia impossibile”.
L’opposizione politica ha gridato invece che è uno “scandalo che va fermato e che non fa onore alla città.
Questo non c’entra niente con l’arte, richiama pochissime persone e drena un fiume di soldi pubblici.
Il Comune, insieme alla Regione, non trova di meglio che spendere 250 mila euro per vedere vomitare e urinare gente sul palco.
Il consigliere regionale Raffaele Nevi ha annunciato la presentazione di “una interrogazione urgente per capire quale è la posizione della Regione che ha contribuito alla realizzazione di questo ‘festival’ con 36.800 euro. Invierò inoltre una lettera al ministro Bondi per chiedere di controllare bene come i finanziamenti statali, decisi dal Governo Prodi, vengono spesi dalle Regioni”.
Contenti, invece gli organizzatori, anche delle critiche perché “ci voleva uno spettacolo del genere, assolutamente provocatorio, a farci conquistare le prime pagine dei giornali. Non può essere oggettivato negativamente – continua una delle responsabili del festival, Linda Di Pietro – uno spettacolo che non si è visto, e sia giornalisti, sia politici, sia gli spettatori, sono caduti nella trappola.