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Calo di arrivi e presenze, segnatamente al Lago Trasimeno invaso da insetti ed erbe lacustri a causa del diminuito livello delle acque

L’elogio di Berlusconi alla bellezza dell’Umbria è arrivato tardi per le strutture ricettiva all’aria aperta.
Secondo Faita-Confcommercio regionale, l’organizzazione dei gestori dei campeggi, la stagione è stata “durissima” per quelli che operano sulle rive del Trasimeno e dura per tutti gli altri.
Nelle strutture delle varie zone dell’Umbria, Faita ha rilevato un calo del 2,5% negli arrivi e nelle presenze turistiche, che ha interessato sia il turismo straniero (-1,5%) che quello di casa nostra (-3%).
In calo progressivo il dato relativo alla permanenza media: nel 2000 era di quindici giorni, mentre oggi di una settimana.
Continua a rimanere fedele al turismo all’aria aperta il turista veicolato dalle agenzie straniere che scelgono il soggiorno nelle case mobili. Resta alta, infatti, la percentuale di stranieri, che sono la stragrande maggioranza (76%) sul totale delle presenze.
 
Molto più negativi i dati che sono emersi dalla rilevazione tra i campeggi del Trasimeno, dove gli arrivi degli italiani sono diminuiti del 13% e quello degli stranieri del 4%. Per quanto riguarda le presenze, i turisti italiani hanno fatto segnalare un -16% e quelli stranieri un -2,3%. In calo molto sensibile anche il fatturato di queste imprese (-6%).
Anche in questo caso, il dato di permanenza media è fermo a una settimana. Sul Trasimeno la percentuale di stranieri (80%) è ancora maggiore rispetto al resto dell’Umbria. Per i gestori dei campeggi del Trasimeno, cause del cattivo risultato: l’abbassamento del livello delle acque che ha prodotto effetti negativi sulla balneazione, ma ha anche modificato l’equilibrio di flora e fauna lacustre con un proliferazione di vegetazione e insetti che hanno creato pesanti disagi ai turisti.

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