L’assessore regionale Prodi gioca con i numeri e con le statistiche. L’occasione gliela dà la pubblicazione dei dati Istat sull’occupazione nel secondo trimestre 2008.
L’assessore ritiene di mettere in evidenza che gli occupati dal 2° trimestre dell’anno scorso alla stessa data del 2008, in Umbria, sono aumentati da 362 mila a 370 mila.
Avrebbe dovuto sottolineare l’assessore sul fatto che nello stesso periodo le persone in cerca di occupazione sono passate da 20 mila a 21 mila, un dato che dovrebbe far riflettere perché evidenzia che la richiesta, inevasa, di lavoro è aumentata. Avrebbe dovuto visto un passaggio in proposito quasi umoristico: “È inoltre interessante – secondo l’assessore – che sia aumentata… la disponibilità a porsi sul mercato del lavoro”.
I dati forniti dalla Prodi, sono formalmente esatti e sicuramente il confronto tra due periodi omogenei è generalmente corretto dal punto di vista statistico. Ma nel caso del lavoro sembra più realistico guardare al trend in atto.
Da questo ultimo punto di vista la situazione non è affatto rosea, anzi è in peggioramento per il 2008.
Gli stessi dati Istat evidenziano che gli occupati in Umbria, dopo aver raggiunto nel terzo trimestre 2007 la quota 383 mila, non sono andati oltre nel primo trimestre 2008 ed addirittura sono arretrati a 370 mila con l’ultimo dato.
Che la situazione non sia rosea lo conferma il confronto col 2007, quando gli occupati crescevano trimestre dopo trimestre.
Per solo dovere di cronaca, quindi, si fornisce una estrema sintesi delle valutazioni dell’assessore Prodi, che ha aperto il suo “panegirico” dicendo che “in controtendenza rispetto al dato nazionale l’occupazione continua a crescere in Umbria” e solo sul finire del lungo comunicato ammette che “a tale variazione è seguita una lieve crescita del tasso di disoccupazione (+2 decimi) che al 5,4% risulta inferiore di un punto alla media del centro ma non più così vicino alla media del nord (3,8%)”.
Anche secondo l’Osservatorio regionale i dati relativi al secondo trimestre evidenziano la “fase positiva” del mercato del lavoro umbro. Aumenta l’occupazione di 8.000 unità, ma solo da lavoro autonomo e quasi esclusivamente nel settore industriale.
Penalizzato invece il fronte dei servizi, soprattutto commerciali, anche se il decremento è in linea con la media delle regioni del Nord.
- moby
- 2 Ottobre 2008
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