Come trovare lavoro è un problema che assilla molto i giovani e spesso la lunga attesa per avere una vita economicamente indipendente è deprimente: si chiedono se hanno scelto la strada giusta.
Ma nessuno può dare la risposta infallibile, perché di risposte se ne danno tante e diverse tra loro a seconda dal punto di vista di ognuno.
Secondo i dati emersi dall’indagine Excelsior di Unioncamere e Ministero del Lavoro, la ‘raccomandazione’, conterebbe sempre meno.
I canali privilegiati di assunzione per le imprese sarebbero la conoscenza diretta e le banche dati interne per gestire i curricula dei candidati.
Tra le aziende intervistate, per il 35,2% di esse la modalità di ricerca e selezione del personale è la conoscenza tramite stage, tirocini, contratti di lavoro a tempo determinato: tendenza destinata a crescere nel 2008 di 5 punti percentuali rispetto all’anno precedente.
Per un altro 25,3% delle imprese poi, si legge in una nota di Unioncamere, la selezione avviene attraverso banche dati.
Per le piccole e medie imprese sembra invece funzionare ancora il “passa parola” per le eventuali assunzioni.
Quanto alle raccomandazioni soltanto per l’8,4% delle imprese rimane una pratica ”molto importante” per trovare lavoro, mentre per il 31,1% è considerata “per nulla importante”.
Ma questa immagine che il sistema delle imprese intende accreditare è smentita da una indagine Censis che, sentendo i neolaureati, ha sentenziato che nella ricerca del primo impiego in Italia l’opzione più diffusa è la solita segnalazione di parenti/amici (12,6%), mentre all’estero gli italiani mettono o rispondono con successo ad inserzioni sui giornali (22,4% contro 9% in Italia).
- Redazione
- 29 Agosto 2008
Condividi su facebook
Condividi su twitter