Tutto pronto per la quarantunesima edizione del Festival delle Nazioni di Città di Castello (21 agosto – 5 settembre) che sarà quest’anno un “Omaggio ad Israele”, con in scena la ricchezza del patrimonio musicale ebraico, la sua complessità, le sue mille frammentazioni e le sue molteplici contaminazioni.
Note pop dal vago sapore reggae, musicisti israeliani di origine etiope, poesie arabe e canti yemeniti ad aprire il festival.
Il 21 agosto in piazza “Il Project” di Idan Raichel ed è solo l’inizio. Il violino di Gidon Kremer poi, in un volo pindarico da Schubert a Piazzola, da Beethoven a Chick Corea, con la sua “Kremerata Baltica” confermerà la straordinaria e ricchissima pigmentazione musicale e culturale del popolo ebraico.
L’omaggio ad Israele inaugura una nuova stagione musicale dedicata al confronto e al dialogo culturale. Una stagione che ha avuto un importante prologo a Torino l’8 maggio scorso, alla Fiera del Libro, con il concerto dell’Orchestra di Nazareth formata da musicisti israeliani e palestinesi e che sarà in cartellone anche a Città di Castello.
“Sarà possibile ascoltare autori dell’inizio del ‘900 poco conosciuti al grande pubblico, carichi di un bagaglio mitteleuropeo come Paul Ben-Haim o Yehezkel Braun, con i “Canti del cuore ebraico” di Valeria Fubini Ventura.
E sarà possibile incontrare ancora dopo il Salone del Libro di Torino, l’Arab Music Orchestra of Nazareth esempio di intensa collaborazione tra musicisti palestinesi e israeliani, con tutto il suo strumentale arabo classico (archi, oud, qanun e percussioni) che proporrà un omaggio ad Oum Koultum, insuperata voce dell’anima araba dagli anni ’30 ai ’50.
Non mancheranno incontri con grandi esecutori che pur non essendo nati in Israele, hanno voluto tenere sempre vivo il rapporto con la terra dei loro progenitori; come Gidon Kremer, con la sua Kremerata Baltica, Shlomo Mintz. Si esibiranno in un concerto con il New Russian String Quartet, Pavel Vernikov e Pavel Barman.
Sandro Lombardi leggerà brani di David Grossman in una nuova produzione commissionata a Michele Dall’Ongaro ed eseguita dall’Ensemble degli Illuminati.
Il pianista Roberto Prosseda, infine eseguirà una scelta tra le Romanze senza parole di Mendelssohn, accostandole ad autori contemporanei italiani come Campogrande, Boccadoro, Solbiati.