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L'Associazione Amici della Fondazione Craxi interviene per smentire una convergenza degli esponenti del Psi nel Partito democratico, simbolo della "sinistra in disfacimento culturale"

Pochi giorni fa, in un articolo su un quotidiano, impropriamente, si è rievocato il nome di Craxi, con lo scopo per niente velato di persuadere l’area culturale liberale e riformista ad una prossima confluenza nel P.D. Umbro; il tutto motivandolo con una generica e superficiale asserzione di una comunanza di valori legata ad una chiara volontà riformatrice della società italiana.
Da qui, si ipotizza una convergenza nel P.D. da parte dei consiglieri socialisti, sostenendo che sono maturi i tempi, anche in Umbria, per questo processo politico. Su tutte queste inesattezze ci sentiamo in obbligo di rispondere “pacatamente”.

In Umbria ci sono, e funzionano, Amministrazioni nate in gran parte col contributo del mondo socialista (vedi Todi) o addirittura con un proprio sindaco di area (vedi Deruta, Passignano ecc) appoggiato dalle forze di centrodestra.
Si è creato, e questo grazie alle intuizioni del Presidente Berlusconi, un contenitore politico in cui le principali aree culturali del Paese, Liberali, Cattolici e Socialisti Riformisti, di diversa estrazione e orientamenti, fanno del P.D.L. un soggetto politico alternativo alla sinistra in disfacimento culturale.

Partendo dal nodo essenziale, gran parte del gruppo dirigente del P.S.I. ha fatto una scelta elementare: non schierarsi mai con Veltroni e company. Ovvero, con coloro che per conquistare il potere politico, non hanno esitato a cavalcare l’operazione Mani pulite (1992-1994) e l’Antimafia, giocando la carta della distruzione del P.S.I e quella, analoga e contestuale, della criminalizzazione dell’area di centro-destra della D.C.

Tale attitudine culturale e politica, è stata ripraticata dal P.D. di Veltroni alle ultime elezioni, preferendo l’alleanza con Antonio Di Pietro piuttosto che con il P.S.I. di Boselli; con il risultato finale che vede gli ex diessini e compagnia varia fermarsi ad un risultato modesto.
Mentre, il P.D.L. si è affermato come un partito interclassista, pluriculturale, in cui al proprio interno convivono cattolici liberali e sociali, socialisti riformisti e liberal-socialisti laici di derivazione liberale e repubblicana e conservatori: elettori che votano P.D.L. perché esso ha fra le sue fondamentali scelte di valori il garantismo, l’economia sociale di mercato, il solidarismo, la sussidiarietà, il federalismo.

Per questo il posto dei liberal-socialisti è da un’altra parte. Anzi, dalla parte del P.D.L. Poi ognuno è padrone delle proprie scelte, ma questa è un’altra questione (anche qui in Umbria).

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