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Il dato sulla presenza di strutture per l'infanzia, se posto a raffronto col resto d'Italia, è lusinghiero, ma in assoluto mancano proprio i posti necessari in base alle condizioni socio-lavorative delle madri

Forse hanno ragione i politici romani che, come il sottosegretario del Viminale sulla vicenda sicurezza, ritengono l’Umbria un’isola felice e di conseguenza gli umbri un popolo incline a “vedere il bicchiere mezzo vuoto” anziché mezzo pieno.
Secondo un’indagine di Cittadinanzattiva sugli asili nido comunali, la copertura potenziale del servizio a livello regionale è del 9% (terza migliore regione dopo Emilia-Romagna e Toscana), a fronte di una media in Italia del 6%.
 
Anche in tema di costi quello umbro (mediamente 255 euro al mese, ma a Perugia il servizio costa 32 euro in più rispetto a Terni) risulta inferiore alla media nazionale, pari a 290 euro.
In media, in Umbria la copertura dei costi mensili del servizio per utente è assicurata per il 46% dalle entrate rappresentate dalle rette pagate da chi usufruisce del servizio, e per il 54% da risorse dell’ente locale.

Nonostante la terza posizione nazionale, però, a fronte di 3.741 domande presentate, in Umbria il 31% dei richiedenti rimane in lista di attesa (la media nazionale è del 23%).
Terni presenta le liste di attesa più alte con il 37% di domande respinte, mentre a Perugia il dato scende al 29%.

Secondo la banca dati del Ministero dell’Interno sulla fiscalità locale aggiornata al 2006, ci sono 69 asili nido comunali per 2.581 posti disponibili.
Il maggior numero di asili è presente in provincia di Perugia (55, con 2.180 posti), mentre la provincia di Terni ne conta solo 14, con 401 posti.

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