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La famiglia di Aldo Bianzino avrebbe ottenuto dal Gip la continuazione delle indagini, nonostante che il Pm sostenga che la morte è avvenuta per cause naturali

Secondo quanto ha riferito poche ore fa il sito web de l’Unità, ci sono novità sull’inchiesta per la morte di Aldo Bianzino nel carcere di Perugia.
Il giudice per le indagini preliminari, Massimo Ricciarelli, avrebbe dichiarato ammissibile l’istanza con la quale gli avvocati della famiglia del falegname di Pietralunga si sono opposti all’archiviazione del caso.
Ad otto mesi di distanza si potrebbe dunque riaprire il caso di Aldo Bianzino.

L’uomo è stato trovato morto in una cella, in cui era detenuto da due giorni dopo essere stato arrestato per aver coltivato due piante di marijuana nel giardino di casa; per il Pm si sarebbe trattato di morte per cause naturali, determinata da aneurisma.
Ma l’autopsia parlò di fratture di costole e di distaccamento del fegato che per il Pm sarebbero state determinate da un maldestro tentativo di massaggio cardiaco. Per la famiglia Bianzino sono invece la prova di un pestaggio.

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