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La Regione ha stanziato quasi 5,3 milioni di euro per la nuova generazione dei programmi di riqualificazione urbanistica tipo quello per Ponterio
ponterio-puc

In Umbria dopo i PUC2, al quale concorreranno sia Marsciano che Todi, arrivano i CQ3, dove la sigla sta per Contratti di quartiere 3.
Tale programma di riqualificazione urbana (lo stesso che in passato ha visto finanziare l’intervento sulla frazione tuderte di Ponterio) avrà a disposizione 5 milioni e 274 mila euro ed andrà a finanziare i progetti presentati dai Comuni finalizzati alla realizzazione di alloggi a canone sostenibile (nella misura di almeno il 50% della spesa dell’intero programma) ed interventi di recupero, ristrutturazione, miglioramento e dotazione infrastrutturale di aree urbane di degrado, disagio abitativo e disgregazione sociale.

I “CQ3 saranno prevalentemente localizzati nei centri storici (per i quali è prevista la riserva di almeno un terzo dei programmi finanziati) e nei piccoli Comuni (per queste localizzazioni sono previsti i punteggi più alti, contenuti nei criteri di selezione).
I programmi, che potranno contenere anche progetti di ristrutturazione o realizzazione di alloggi a prezzo libero, che saranno a totale carico dei privati, dovranno essere cofinanziati dai Comuni, di pertinenza territoriale.
Livelli di cofinanziamento superiori ai minimi saranno “premiati” con punteggi più elevati in fase di valutazione. Gli alloggi a canone sostenibile dovranno conseguire un rendimento energetico di almeno il 30% superiore ai minimi attualmente previsti dalla normativa.

I CQ3 potranno contenere interventi di recupero di edilizia storico produttiva, di riduzione della vulnerabilità del patrimonio edilizio pubblico e privato, per la realizzazione di reti infrastrutturali anche telematiche, di spazi pubblici e sociali, di sistemi di sicurezza passiva, di opere per la riduzione dell’inquinamento acustico e sonoro.
I soggetti attuatori degli interventi sulla edilizia residenziale potranno essere pubblici, Comuni e Ater, o privati (imprese, cooperative, enti morali e fondazioni, privati cittadini).

Gli interventi dovranno essere, in via prioritaria, finalizzati al recupero e alla riqualificazione del patrimonio edilizio esistente, per una utenza rappresentata dalla fasce sociali in possesso dei requisiti per l’accesso al sistema dell’edilizia residenziale pubblica.
Il contributo massimo concedibile per i progetti di enti pubblici sarà del 90% per il recupero e dell’85% per le nuove costruzioni; quello a favore dei privati sarà, rispettivamente del 60 e 70% e comunque entro i limiti massimi di 80 e 90 mila euro.

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