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Si moltiplicano i segnali di un crescente e concreto interesse per dare al concetto di "Tuscia" una dimensione anche istituzionale: l'ultimo affondo arriva sul fronte del circondario del Tribunale

L’isolamento di Orvieto dal contesto regionale umbro (sia quello perugino che ternano) ha sempre favorito una sotterranea preferenza della popolazione per la Tuscia, ma ora i segnali di una secessione silenziosa si moltiplicano.
Dalla città della Rupe erano venute fino ad ora entusiastiche adesioni a progetti che fanno perno sull’alto lazio: dal terzo aeroporto laziale al ripristino della ferrovia Orte-Civitavecchia ed al relativo collegamento stradale. L’ultima in ordine di tempo era stata l’intesa tra il Comune umbro, la Provincia di Terni e la Provincia di Grosseto per realizzare politiche turistiche coordinate.

Ora Orvieto si propone proprio come capofila e forse capoluogo in materia di giurisdizione del Tribunale e lancia l’idea di “riorganizzare i servizi del sistema”.
Un servizio dedicato al Tribunale di Orvieto, pubblicato da “Il Giornale” (in cui molti vedono il suggeritore di molte scelte politica dell’attuale Governo) il 12 luglio, ha preso di mira l’attività del tribunale locale descritto come qualcosa d’altri tempi, superato, lasciando intendere, sotto sotto, che certi numeri non giustificano l’esistenza dei cosiddetti tribunali minori.

E’ stata questa la scintilla che ha portato il sindaco di Orvieto a decidere di presentare nel Consiglio comunale di fine luglio un ordine del giorno teso a rilanciare il tema della re-distribuzione delle circoscrizioni dei Tribunali italiani per zone omogenee e contigue, a prescindere dai confini regionali.
Viene quindi posta con forza la questione dell’ampliamento del circondario del Tribunale di Orvieto verso l’Alto Lazio e la Bassa Toscana, ma non solo.
Infatti il sindaco Mocio ha sottolineato che “Orvieto ha le sue radici in Umbria, ma è un territorio di cerniera con forti legami con Alto Lazio e Bassa Toscana, con i cui territori intesse nuove prospettive di sviluppo connesso alle nuove infrastrutture di comunicazione, alla cultura e al turismo. E’ alle dinamiche dei territori che si deve guardare, e riorganizzare in questo senso i servizi del sistema Paese”.

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