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Il consigliere attacca il presidente dell'ente Marconi per essersi opposto all'eliminazione della cauzione di 2.575 euro per accettare nuovi ricoverati: "se non se ne va gli darò un anno di vita maledetta"

Proprio all’indomani della posa della prima pietra della nuova residenza protetta, intorno alla Veralli Cortesi di Todi riesplode violenta la battaglia politica.
A “disotterrare l’ascia” contro il cda guidato da Enrico Marconi è il consigliere comunale Mario Epifani, già protagonista l’anno scorso di una lunga campagna contro l’Etab “La Consolazione”, l’altro ente di assistenza e beneficenza cittadino guidato all’epoca da Paolo Ferracchiati, poi dimessosi anzitempo.
I “tamburi di guerra” avevano suonato subito dopo anche alla volta della Veralli, ma il loro rumore si era affievolito dopo il subentro in un posto da consigliere di Giorgio Pordedoni, espresso proprio da Fiamma.
Adesso arriva la nuova plateale apertura delle ostilità, delle quali si erano avute avvisaglie già nello scambio di opinioni (ospitato nella sezione lettere) tra il Pd ed Epifani, il quale apre ora un nuovo fronte.

“La delibera n. 95 del 23 maggio del CdA della Veralli Cortesi – scrive Epifani – ha visto il presidente Marconi votare contro l’emendamento proposto dal consigliere Giorgio Pordenoni, che riguardava l’esosa pretesa che il ricoverando (o chi per lui) doveva versare nella somma cauzionale di 2.575 euro (pari ad una mensilità piena della retta). La modifica che inseriva l’art. 12 ed obbligava il versamento della cauzione era stata approvata dal CdA alcuni mesi prima”.
Il consigliere Pordenoni, “unico membro del CdA nominato dal sindaco Ruggiano”, viene fatto notare – si era attivato a richiedere l’abrogazione di detto articolo, reputando questa pretesa inidonea a prevenire eventuali morosità, ma sicuramente penalizzante per l’ospite entrante ed i propri familiari.

“Cortesi si starà rivoltando nella bara – attacca Epifani – vedendo in che mani sono i beni che ha lasciato, beni che sarebbero dovuti servire a dare ricovero gratuito alle persone anziane e sole. Ebbene, oggi, nonostante la pesante alienazione di immobili e terreni ed un rilevante indebitamento dell’ente, si pretendono quasi 2.600 euro per essere ricoverati. Non si dica che spesso la retta è integrata dalla ASL, perché comunque sono sempre soldi pubblici”.
Dopo aver preso di petto il presidente, Epifani se la prende con il centrosinistra dalla cui Amministrazione è stato all’epoca nominato. “Rispecchia il comportamento dei Sinistri e del loro delegato nell’ente con quanto asserisce il PD tuderte ‘una gestione in favore di anziani e soggetti non autosufficienti, per una politica attenta e vicina alle fasce di popolazione più deboli’?”.

Anche se nel merito della questione, a seguito della posizione assunta dal consigliere Fabio Cini, il quale ha votato a favore dell’abrogazione della “cauzione”, permettendone l’esecutività e ponendo in minoranza il presidente, Epifani avrebbe di che essere soddisfatto, in realtà la sua critica nei confronti dell’avvocato Enrico Marconi si fa ancora più dura e sferzante, annunciando che non gli verrà data vita facile e che il suo ultimo scorcio di mandato non sarà un anno tranquillo.
“Cosa tiene incollato alla sedia della presidenza della Veralli Cortesi il signor Marconi?, chiede provocatoriamente Epifani. Perché non prende atto che i suoi padroni sono stati cacciati dai cittadini di Todi e con loro anche lui? Forse, la paga, da lui stesso deliberata (prima non esisteva compenso né per il presidente né per i consiglieri) è il motivo che lo incolla alla poltrona? Senso di responsabilità e dignità vorrebbero che presentasse, assieme agli altri suoi consiglieri, le dimissioni, dimissioni che Fiamma Tuderte seguita a chiedergli con forza”.

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