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Dal 2000 al 2007 la riduzione dei consumi ha raggiunto punte del 26%, con i prezzi che sono aumentati al contempo del 28%

Dal 2000 al 2007 la spesa alimentare è aumentata in termini monetari del 28%, ma i consumi sono diminuiti del 12,4%.
Così sei famiglie su dieci hanno cambiato abitudini alimentari rinunciando soprattutto ai prodotti della dieta mediterranea e presto ne vedremo gli effetti sul versante salute.
È quanto evidenzia la Cia – Confederazione italiana agricoltori, presentando l’elaborazione di dati Istat e Ismea nell’ambito della seconda Conferenza economica dell’organizzazione.
Nel 2000 la spesa destinata agli acquisti dei prodotti agroalimentari era pari a 379 euro al mese; nel 2007 è arrivata a 485 euro con un aumento di oltre cento euro mensili.
Otto anni fa l’incidenza degli acquisti alimentari sulla spesa delle famiglie era del 20,6% mentre ora è scesa al 18,9%.
I consumi sono in calo per tutti i prodotti: per il pane e gli altri derivati dei cereali si registra – rileva la Cia – una flessione del 10,9%, per la carne del 14,5%, per il latte e i formaggi del 13%, per gli oli e i grassi del 33,4%, per frutta e ortaggi del 7,7%, per zucchero, caffè e tè del 26,1% e per le bevande del 9,5%.

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