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Dopo il risarcimento ai familiari delle vittime, il titolare della impresa ha chiesto anche di cambiare il Gup e di trasferire il processo ad altra sede

La difesa del titolare della “Umbria Olii” di Campello sul Clitunno, ove il 25 novembre del 2006 si ebbe la disastrosa esplosione che causò la morte di quattro operai, si mostra sempre più aggressiva.
Nei giorni scorsi aveva presentato a carico dei familiari delle vittime, dell’unico sopravvissuto e dell’assicurazione della ditta di manutenzione una richiesta di risarcimento danni per oltre 35 milioni di euro.
Richiesta che, anche se tecnicamente giustificata dal fatto che l’industriale si è sempre proclamato estraneo alle accuse, ha causato sconcerto ed indignazione, proprio perché è il titolare della Umbra Olii ad essere sotto accusa e non gli operai morti, ma che alla luce degli ulteriori sviluppi di ieri potrebbe essere intesa come una mossa strategica, proprio per creare le condizioni per poter chiedere un’altra sede giudiziaria.
Per l’imprenditore la procura di Spoleto ha chiesto, infatti, il rinvio a giudizio per omicidio colposo plurimo, disastro colposo e violazioni a norme per la sicurezza del lavoro. Contestata inoltre l’aggravante della colpa con previsione dell’evento.

Ieri il titolare dell’impresa, Giorgio Del Papa, ha anche ricusato il Gup di Spoleto davanti al quale è in corso l’udienza preliminare a suo carico per l’esplosione.
Contesta la decisione del Gup di non rinnovare la perizia tecnica già fatta svolgere dal pm sulle cause dell’esplosione.
Il legale dell’imprenditore ha inoltre citato la “campagna di stampa” che si è creata (ma per iniziativa della Umbra Olii) intorno alla vicenda, per cui ha sollecitato la remissione del procedimento a un altro giudice.
Gli atti della ricusazione saranno ora inviati alla Cassazione che dovrà stabilire se accoglierla.
Un colpo ad effetto che, per la parte civile, dovrebbe lasciare il posto al sereno svolgimento dei rispettivi ruoli processuali.

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