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Domenica 6 luglio, all'interno del programma della festa di San Giovanni e San Martino, rievocazione della trebbiatura a fermo

Domenica 6 luglio a Selvarelle, località del comune di Acquasparta ai confini con Collevalenza di Todi, “se batte”. Nell’ambito del programma della festa di San Giovanni e San Martino è prevista infatti la rievocazione della trebbiatura a fermo.
Trattore, trebbia, scala, scaletta e carretto dei lubrificanti ripristinati e revisionati dall’amatore Gino Danieli – della ditta Ceccarelli Serafina – saranno piazzati sul campo e dalle ore 16 andranno in moto per il piacere di quanti vorranno rivivere le atmosfere faticose e romantiche che fino a qualche decennio si respiravano nelle campagne.
“Sarà occasione di stimolo e giuste emozioni per giovani e meno giovani che si appassionano al tempo che fu attraverso i ricordi delle persone più anziane – sottolinea Sante Filippetti, speakers agreste delle Acli – ricevendo e trasmettendo valori positivi di questo mondo che, nei giorni nostri, rivive solo nelle feste e nelle manifestazioni a tema”.

“Era il tempo della mezzadria e dell’economia rurale basata sull’autoconsumo familiare”, sottolinea una nota delle Acli di Collevalenza.
Tempi e modi delle operazioni agricole erano scanditi dalla natura e dall’istituto della “AJUTARELLA” che consentiva di fare la mietitura, la carratura e la trebbiatura in un clima di solidarietà.
Nel caso della trebbiatura s’incominciava sin dalle ore piccole, dopo il penetrante suono della sirena, con non meno di trenta persone all’opera sotto il battito frenetico del trattore, il rombo cupo della trebbiatrice, il polverone sollevato e i pagliai che piano piano crescevano in altezza rendendosi visibili a distanza.
“Era ben difficile che un tale frastuono e movimento lasciasse indifferenti intere comunità e paesi – commenta ancora Filippetti. Oggi, invece, anche in maniera quasi inosservata, nei biondi campi di grano, orzo, avena arriva una grande mietitrebbia e in poche ore il grano è nei silos dei trasformatori e commercianti…”.

C’è un po’ di rimpianto nelle parole degli organizzatori, ma più che per il duro lavoro il pensiero è per la gastronomia tipica di quelle occasioni: tagliatelle con il sugo d’oca e oca arrosto o in porchetta, bocconcelli e dolcetti della nonna e vino santo.
Non a caso a Selvarelle la rievocazione della trebbiatura si concluderà con la caratteristica “cena della battitura” a base d’oca.

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