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Ancora un no alla termodistruzione utilizzando gassificatori, inceneritori o cementifici a favore delle "4 R": riduzione, riciclo, riutilizzo e recupero

I rifiuti sono un problema complesso intorno al quale ruotano diritti fondamentali come la salute e la tutela dell’ambiente.
E’ per questo che riteniamo che la gestione dei rifiuti non può essere inserita in una logica di mercato basata solo su principi di efficienza, equità ed economicità, ma debba dare risposte sul fronte della pianificazione, delle tecnologie, ridurre drasticamente la quantità dei rifiuti prodotti e la loro pericolosità, attraverso una gestione pubblica e partecipata, mirata alla tutela della salute, dell’ambiente con l’aumento di posti di lavoro, e non al profitto di società private.

Il vecchio piano dei rifiuti che abbiamo potuto analizzare in Umbria si avventura speditamente e imprudentemente verso la chiusura del ciclo, con una serie di buone intenzioni e non ha mai prodotto proposte e progetti di impianti per la chiusura delle filiere orizzontali.
Riteniamo quindi che il piano rifiuti ancora in vigore abbia completamente disatteso i vincoli e le proposte operative, visti anche i dati Arpa sulla raccolta differenziata (obiettivo 2006 fissato al 45% obiettivo raggiunto al 29,3% secondo).

Il nuovo piano di gestione dei rifiuti è basato su una sola idea guida:
– la termodistruzione utilizzando gassificatori, inceneritori o cementifici
(industrie insalubri di 1° classe sensi dell’art. 216 del t.u. 1265/1934, leggi sanitarie e successive modifiche)
– l’ampliamento delle discariche, quindi di inquinamento da percolato e altro
– costosi impianti di selezione dell’indifferenziato.
Tutto ciò per investire nella produzione di energia da rifiuto nell’interesse dei imprese private a discapito della salute e del territorio.

Il piano dei rifiuti che vogliamo è basato sulla filosofia delle 4 r: RIDUZIONE, RICICLO, RIUTILIZZO, RECUPERO e comporta diversificate iniziative:
– riduzione delle discariche e chiusura di quelle sature (Pietramelina)
– riduzione degli incenerimenti fino a completo smantellamento degli impianti di termodistruzione.
– una seria politica di riduzione dei rifiuti alla fonte (ad esempio una normativa regionale che impedisca o ostacoli l’utilizzo di imballaggi non riciclabili)
– raccolta differenziata porta a porta con tariffazione puntuale (più differenzi meno paghi)
– separazione corretta della frazione umida, sistemi di compostaggio centralizzati
– il coinvolgimento della Comunità: partecipazione, sensibilizzazione, formazione
– riuso dei materiali post consumo che mantengono forma e destinazione d’uso
– recupero e trattamento dei materiali post-consumo con sviluppo degli usi e del mercato dei materiali riciclati
– gestione dei rifiuti residuali utilizzando sistemi di Trattamento Meccanico Biologico e valorizzazione dei rifiuti per Raffinazione Meccanica
– costituzione di uno o più centri di ricerca sulla frazione residua
– tassazione delle discariche, di proprietà di enti a gestione pubblica e partecipata.
– dichiarazione di servizio non di rilevanza economica e gestione pubblica e partecipata RIFIUTI ZERO 2020.

 

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