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Una direttiva del Parlamente Europeo evidenzia che gli Stati membri “non dovrebbero promuovere lo smaltimento in discarica o l'incenerimento di materiali riciclati”

Il Parlamento europeo si è impegnato a salvare l’ambiente e la salute umana con una direttiva che fissa le misure per ridurre la produzione di rifiuti, incentiva l’eco-design e impone il ricorso a regimi di raccolta differenziata entro sette anni per aumentare di almeno il 50% il riutilizzo e il riciclaggio nel 2020.
E spiega che il riciclaggio va preferito ai termovalorizzatori che si possono considerare attività di recupero solo se rispondono a determinati requisiti di “efficienza energetica” fissati dalla stessa direttiva.
Gli Stati membri dovranno attuare le disposizioni legislative, regolamentari e amministrative per conformarsi alla disposizione europea entro 24 mesi dalla sua entrata in vigore secondo un preciso ordine di priorità.
Al primo posto la prevenzione, poi la preparazione per il riutilizzo, il riciclaggio, il recupero e infine lo smaltimento dei rifiuti che consiste in qualsiasi operazione diversa dal recupero anche quando comporti il recupero di sostanze o di energia, come il deposito in discarica, la biodegradazione di rifiuti liquidi o fanghi nei suoli, l’iniezione dei rifiuti pompabili in pozzi, in cupole saline o in faglie geologiche naturali, l’incenerimento o il deposito permanente (ad esempio, la sistemazione di contenitori in una miniera).

A riguardo, la direttiva sottolinea che gli Stati membri “non dovrebbero promuovere, laddove possibile, lo smaltimento in discarica o l’incenerimento di materiali riciclati”.
Dovranno essere adottate le misure necessarie affinché, entro il 2020, la preparazione per il riutilizzo e il riciclaggio di carta, metallo, plastica e vetro sia aumentata complessivamente del 50% in termini di peso.

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