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Gli imprenditori laziali sollecitano la conferenza dei servizi con la Regione dopo che l'Enac ha rimosso i vincoli amministrativi: lo scalo tocca anche gli interessi della bassa Umbria

L’Enac (ente nazionale aviazione civile) ha revocato i vincoli esistenti, che non sarebbero stati pregiudiziali, per la realizzazione dell’aeroporto a Viterbo, vincoli che comunque avrebbero rappresentato un segnale di rallentamento nell’iter per fare di questo scalo il terzo del Lazio e il più vicino per la bassa Umbria.
Ora il Comune di Viterbo si prefigge di chiedere ad Enac e Enav (Ente Nazionale Assistenza al Volo) la completa apertura a tutto il traffico civile, cioè lo sblocco della pista che finora era sì aperto al traffico civile, ma previa autorizzazione.
Mentre vanno avanti le procedure burocratiche, circa 50 aziende locali aderenti al C.O.S.T., Consorzio Opere e Servizi Tuscia, sono pronte a realizzare lo scalo civile anche da soli e pungolano le istituzioni perché venga convocata al più presto la conferenza dei servizi da parte della Regione Lazio, anticipata come prossima alla vigilia dell’ultima tornata elettorale.

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