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Previsto un incremento degli investimenti in solare ed eolico del 400% in vista della scarsità di petrolio ed uranio entro una ventina d'anni

Se ci fosse bisogno di spiegare i motivi per cui l’energia elettrica dal nucleare ha fatto il suo tempo e che al massimo l’attuale tecnologia può interessare solo paesi del terzo mondo, basterebbe guardare i bilanci delle compagnie mondiali dell’elettricità che invece iniziano ad investire massicciamente nelle rinnovabili.
Una scelta che è stata ampiamente maturata, come spiega la newsletter mensile del Kyoto Club.
Un’evoluzione, forse prevista dall’aforisma di Arthur Schopenhauer per cui “ogni verità attraversa tre fasi: nella prima viene ridicolizzata, nella seconda viene contrastata con veemenza, nella terza fase viene accettata come ovvia”.

Ma sicuramente una evoluzione che non può che basarsi su concreti calcoli di convenienza economica,
i quali tengono conto che prima di venti anni l’uranio comincerà a scarseggiare e quindi al ricatto dei paesi produttori di petrolio si sostituirà quello dei paesi che hanno miniere d’uranio.
Ma già adesso manca l’acqua necessaria per raffreddare gli impianti nucleari.

Un recente articolo su European Energy Review titolava “Gli elefanti stanno arrivando” riferendosi ai grandi gruppi lanciati in massicci investimenti nelle rinnovabili.
Così alla tedesca Rwe che parla di investire 1 miliardo euro all’anno risponde la cugina e rivale E.On con un piano di 6 miliardi euro entro il 2010.
E analogamente si sono mosse Edf ed Enel, che si affiancano a multinazionali petrolifere come Shell o Bp che da più tempo hanno compreso la necessità di diversificare i propri settori di intervento.

Secondo lo studio Agici sulle strategie e gli investimenti dei leader europei nelle fonti rinnovabili effettuato analizzando i piani strategici ufficialmente comunicati dei principali gruppi europei (Atel, Centrica, Edf, EdP, Enel, E.On, Gaz de France, Iberdrola, Rwe, Statkraft, Suez, Verbund) e italiani (A2A, Acea, Edison, Erg, Iride e Sorgenia) gli investimenti nei prossimi sette anni supereranno i 50 miliardi di euro con un incremento del 400% rispetto agli attuali impegni. E sicuramente la corsa al rialzo continuerà.

Insomma, si profila una competizione tra le agguerritissime start up solari ed eoliche, che negli ultimi anni sono cresciute in maniera esponenziale raggiungendo fatturati di centinaia di milioni di euro, e i colossi energetici che si aprono alle rinnovabili.
Sarà una bella gara ma l’Italia avrà da guardare il suo giocattolo del passato: le centrali nucleari.

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