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Intervento del consigliere provinciale Delle Grotti per diffidare da "commissariamenti o scioglimenti anticipati" dell'attuale amministrazione

Il consigliere provinciale perugino del Pse Lorenzo Delle Grotti è sceso in campo per “salvare” la Comunità Montana della Valnerina da “inquinamenti” con zone a più bassa altitudine.
“Preso atto che la Regione Umbria intende dare attuazione alla Riforma Regionale delle Comunità Montane – si legge nella missiva – considerato che detta Riforma dovrebbe, a mio avviso, tener conto delle disposizioni previste nella Finanziaria 2008 in materia di riforma delle Comunità Montane, soprattutto là dove sono previsti parametri altimetrici ben diversi (500 metri nella zona appenninica) da quelli individuati dalla Regione Umbria in fase di stesura della Riforma fra l’altro ancora in essere; tenuto conto che in assenza di detta Riforma, la Comunità Montana della Valnerina sarebbe l’unica Comunità Montana umbra a non essere soppressa in virtù della norma nazionale, in quanto costituita da 10 Comuni tutti totalmente montani (circa 1000 Km/q): per le ragioni sopra espresse, nel procedere all’attuazione della Riforma delle Comunità Montane, il sottoscritto in qualità di rappresentante del territorio della Valnerina chiede l’applicazione della norma contenuta nella Legge Finanziaria 2008, mantenendo in essere la Comunità Montana della Valnerina nelle sue attuali dimensioni e con gli attuali organi istituzionali fino alla fine della legislatura.
Di evitare qualsiasi forma di scioglimento anticipato, commissariamento e fusione fra questa Comunità Montana e altre realtà territoriali con essa non omogenee, che poco hanno di montano e che rappresentano spesso la periferia di medie città industriali nonché poli amministrativi”.

Il consigliere provinciale chiede “di prevedere comunque per la Valnerina, durante la fase di individuazione dei nuovi Ambiti Territoriali delle nuove Comunità Montane, quello coincidente con l’attuale Comunità Montana della Valnerina, visto che da sola rappresenta il 40% del territorio montano della nostra regione, soprattutto in considerazione del fatto che ogni eventuale fusione con altri Comuni montani non troverebbe alcuna giustificazione visto che nel restante 60% di territorio montano regionale sono state previste altre 4 Comunità Montane.
A meno che non si vuole aggirare la Legge Nazionale racchiudendo nelle nuove Comunità Montane territori collinari o addirittura pianeggianti come già è stato fatto nel passato, fatto questo che ha sottratto alla montagna, quella vera, risorse preziose a favore di zone più ricche e meno svantaggiate”.

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