Il Tar dell’Umbria ha dato ragione agli ambientalisti umbri e alle popolazioni che si opponevano al “furto” dell’acqua dal Rio Fergia.
Il testo completo della sentenza non è ancora stato valutato appieno, ma subito è sceso in campo il capogruppo regionale del Prc, Stefano Vinti, il quale sembra lanciare un invito al Comune di Gualdo Tadino ed alla Regione a non proseguire oltre nella tenzone legale con il comitato del piccolo affluente del Topino.
Per Vinti, infatti,” la politica può sbagliare, ma guai a creare crociate contro i cittadini, per interessi economici di parte e che riguardano soltanto pochi”.
La sentenza del Tar sul Rio Fergia “dimostra che non erano campate in aria le osservazioni che portavano a una scelta quanto meno azzardata”: è quanto sostiene, invece, il capogruppo regionale dei Verdi, Oliviero Dottorini, il quale è più esplicito sulla ipotesi di ricorso alla sentenza, affermando che “sarebbe un grande gesto di distensione e responsabilità se le istituzioni direttamente coinvolte rinunciassero a ricorrere in appello”.
Per Tracchegiani, de “La Destra” l’esito giudiziario della vicenda è stata “una grande vittoria degli abitanti di Boschetto e dei Comitati civici”.
Ma un aspetto particolare della sentenza, messo in luce da Dottorini, potrebbe riaprire clamorosamente la guerra dell’ acqua fra Foligno e Perugia ed in particolare sulla “riattivazione” del bacino di Acciano che non è stata ritenuta sufficiente dagli “irriducibili” a difesa del Topino.
Secondo il consigliere dei Verdi, infatti, la sentenza del Tar indicherebbe in modo inequivocabile che “il piano di investimento deve avere una funzione di reintegro effettivo dell’impoverimento che il prelievo della risorsa idrica a fini commerciali fa subire alle comunità locali.”
Ed allora quanti da oltre cinquantanni sostengono che sul Topino deve essere creato un lago con tanta capacità d’acqua quanta gli acquedotti perugini ne portano via potrebbero avere la strada spianata per pretendere un “bacino di reintegro” molto più grande di quello che adesso la Regione intende riattivare, ma con una portata anche minore di quella contestata.