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La Cna denuncia la presenza in Umbria di mezzo migliaio di attività "sommerse" e mette in guardia dai rischi per la salute pubblica

Secondo la confederazione degli artigiani, in Umbria ci sono 500 abusivi tra parrucchieri ed estetiste con “rischi per la salute pubblica”.
La denuncia della Cna regionale che, viene dopo le scoperte milanesi sulle cure al botulino, parla di “dilagante fenomeno delle attività abusive nel comparto servizi alla persona”.
Attività che comunque causerebbero “una concorrenza sleale, che vede i 2.000 saloni umbri di acconciatori ed estetiste combattere una lotta impari contro oltre 500 abusivi completamente sconosciuti al fisco, alla previdenza sociale, alla camera di commercio ed a tutti gli altri enti pubblici che a vario titolo si occupano delle imprese”.

Gli abusivi sarebbero ex-artigiani che non avendo più le condizioni per proseguire nell’impresa chiudono l’attività per poi continuare in nero, oppure dipendenti poco seri che fuori dall’orario di lavoro svolgono servizi a domicilio del cliente; altre volte sono persone che svolgono l’attività come secondo o terzo lavoro abusivo.
Per il Presidente degli acconciatori di Perugia il rischio per la salute pubblica si realizzerebbe perché “i clienti dei saloni possono contare sulla professionalità degli operatori, sulle qualità delle attrezzature utilizzate e sui procedimenti attuati per sterilizzare gli strumenti di lavoro e gli stessi locali di servizio; per contro coloro che si rivolgono ad abusivi rischiano seri danni causati da malattie infettive o bene che vada infestazioni di parassiti del capello”.

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