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Presa di posizione contro la "commemorazione istituzionale voluta da un sindaco di destra" per respingere il revisionismo e i tentativi di "deformare, falsificare e cancellare la storia"

Anche il 25 aprile, come già accadde per il 4 novembre, sarà una giornata che vedrà la città di Todi divisa. La cerimonia commemorativa promossa dall’Amministrazione Ruggiano ha iniziato a suscitare reazioni negative già pochi minuti dopo la comparsa della notizia sul TamTam (vedi lettere e interventi), a causa dell’assenza all’interno della nota diffusa dal sindaco di ogni riferimento alla lotta di Liberazione.
A rigettare l’invito per una celebrazione condivisa arriva ora una presa di posizione del Comitato Antifascista Tuderte per il 25 Aprile, il quale annuncia che “non parteciperà alla commemorazione istituzionale voluta da un sindaco di destra, per celebrare la festa della liberazione dal nazifascismo, questo perché in questi anni il revisionismo ha fatto carte false pur di deformare, falsificare e cancellare la storia”.

Con evidente riferimento all’iniziativa dell’Amministrazione comunale, il Comitato Antifascista – che ha organizzato delle proprie iniziative – spiega che “nel nome della “pacificazione” e della costruzione di un’artificiosa “memoria condivisa” viene condotta una campagna di stravolgimento della verità storica, tesa alla sistematica assoluzione del fascismo e alla denigrazione di chi lo ha realmente combattuto – in particolare dei comunisti, che ebbero un ruolo fondamentale nell’antifascismo e nella Resistenza – arrivando alla vergogna di mettere sullo stesso piano nazi-fascisti ed antifascisti, repubblichini e partigiani, combattenti per la libertà ed oppressori o, peggio ancora, presentando i carnefici come vittime e martiri e i perseguitati come aggressori”.

La difesa del 25 aprile “partigiano” è considerata alla stregua dell’ultima barricata contro una “ri-scrittura della storia funzionale allo sdoganamento politico e ideologico delle attuali organizzazioni fasciste e della destra radicale, che – si legge in una nota – sono considerate ormai, da parte del centrodestra e non solo, come partner politici ed elettorali del tutto legittimi. Queste formazioni sono facili strumenti da utilizzare contro i movimenti politici e sociali non omologati e non compatibili con l’attuale sistema politico, come dimostra il crescendo di azioni squadristiche sempre più gravi”.

Respinti i tentativi di revisionismo, il Comitato Antifascista di Todi tiene a sottolineare che “rimane indelebile nella memoria che la la lotta partigiana fu una “guerra di liberazione nazionale”, la guerra di tutti gli italiani per la libertà e per la democrazia: furono i collaborazionisti dell’invasore che cercarono di trasformarla in guerra civile, ma ci riuscirono solo in parte perché la grande maggioranza degli italiani li respinse insieme ai loro protettori e padroni nazisti”.

Da ultimo, il Comitato Antifascista – a cui hanno aderito l’associazione Nessun Dorma, l’Anpi e Rifondazione comunista – evidenzia come “due canzoni, una delle brigate nere e una delle brigate partigiane, ricordino in modo emblematico il clima in cui vivevamo: “Le donne non ci vogliono più bene / perché portiamo la camicia nera” cantavano i fascisti; e dall’altra parte: “Ogni contrada è patria di un ribelle / ogni donna a lui dona un sospiro” cantavano i partigiani. Basti ricordare, per chi c’era – è la conclusione – l’atmosfera di cupo infinito silenzio della nostra città, delle nostre contrade, deserte nei mesi dell’occupazione, e l’esplosione improvvisa di gioia, affollata, urlata, felice, che accolse la caduta del fascismo”.

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