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Anche in condizioni ambientali molte diverse il vitigno ha prodotto un vino in grado di gareggiare con quello di Montefalco: la "sfida" è avvenuta al recente "Vinitaly"

Al “Vinitaly” di Verona c’è stato un confronto tra i vini Sagrantino della Cantina Arnaldo Caprai di Montefalco e quelli australiani della “Chalmers Wine” e “Swann Hill Victoria”.
Nonostante che le due zone di produzione si trovino una agli antipodi dell’altra c’è stato un salomonico pareggio. Un pareggio con `fair play’, visto che, ovviamente, non si trattava di una gara, ma di un confronto ispirato al buon gusto, teso a mostrare identità e differenze, in un mercato globale in cui vince la qualità.

“Per noi – ha spiegato Caprai – si è trattato di un passo importante, la dimostrazione che i vitigni autoctoni italiani, e in questo caso il Sagrantino dell’Umbria, cominciano ad essere presi come punto di riferimento dai produttori di tutto il mondo”.
Il Sagrantino esportato e trapiantato dal Vecchio al Nuovo Mondo ha dimostrato di avere una bella robustezza, visto che il vitigno umbro ha dovuto affrontare, con successo, il ben più aspro clima australiano, caratterizzato in estate da forti escursioni termiche dal giorno alla notte.

In contemporanea vi è stata la partecipazione dell’Umbria al “Sol 2008”, la mostra dell’olivicoltura italiana che si tiene insieme al “Vinitaly” nello spazio di “Verona Fiere.
Quello umbro, quest’anno pur in assenza di un grande raccolto (circa il 20%), si è rivelato un prodotto di altissima qualità, più robusto, forte in bocca e dalla persistenza delicata: insomma un vero olio umbro, ideale per i piatti tipici regionali, un olio che caratterizza e rappresenta il territorio dell’Umbria.

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