Altro che risollevarsi: l’Italia si sta scavando la fossa, anche dal punto di vista economico, con le proprie mani giorno dopo giorno. Chi, come in Umbria, conta per la promozione dei propri prodotti sul traino di un ambiente sano deve svegliarsi, coalizzarsi e difendere il bene più grande che ha.
Con la mania di bruciare tutto ciò che brucia abbiamo distrutto l’economia della “mozzarella”. Con la mania della chimica a piene mani stiamo distruggendo le api e con esse la possibilità di impollinare le piante da frutto ed altre.
Adesso arriva il grido di allarme sul vino che potrebbe essere il colpo di grazia per l’agricoltura italiano.
Il fatto che su questi aspetti non siamo soli, anche se i concorrenti speculano su una peculiarità nostrana non c’è di aiuto, visto che in Italia non si può contare su una industria al passo col resto del mondo, in tema di innovazione ed in grado di supplire ad un collasso dell’economia agricola.
L’allarme giunge proprio in occasione di Vinitaly e toccherebbe anche il settore biologico, che pur usa cautele maggiori nelle colture.
Per l’Italia l’allarme è ancor più grande in quanto da noi, che rappresentiamo il 10% delle aree agricole europee, si usa il 30% dei pesticidi utilizzati nel continente.
Pesticide Action Network Europe (PAN), un ong inglese, ha “scoperto sostanziali elementi di prova “dopo aver analizzato 40 bottiglie di vino campione” (10 francesi, 10 tedesche, 7 austriache, 3 italiane, 1 portoghese, sudafricano, australiano e cileno). Tra queste, 6 etichette di vino biologico, di cui 3 erano francesi e 3 austriaci.
Il riscontro di queste analisi segue la diffusione di uno studio, pubblicato dal ministero dell’Agricoltura francese, in cui si evidenziano come ben 15 sostanze tossiche utilizzate come pesticidi siano sistematicamente trasferite dall’uva al vino durante il processo di vinificazione.
L’uva rappresenta il prodotto alimentare in commercio tra i più contaminati e riceve un altissimo dosaggio di pesticidi sintetici, superiore a qualsiasi altra coltivazione.
Le bottiglie hanno offerto una gamma di 148 residui di pesticidi. Le 34 bottiglie di vino convenzionale contenevano almeno 1 pesticida, con un media superiore ai 4. In un caso addirittura 10.
Ne sono stati individuati 24 differenti, cinque classificati come carcinogeni.