Il talento per la musica non fa parte del Dna e quindi non è ereditario. Musicisti non si nasce, ma si diventa: solo impegno e dedizione possono trasformare i piccoli in potenziali bambini prodigio.
A rivelarlo è uno studio dell’Università dell’Arkansas, a Fayetteville. Strumento, spartiti e allenamento, in altre parole, sono la strada da percorrere per crescere un piccolo genio musicale in casa.
I ricercatori statunitensi hanno ‘fotografato’ il cervello di violinisti e flautisti, attenti alle eventuali differenze che potevano riscontrare durante l’ascolto di sinfonie.
E’ noto da tempo che il cervello dei musicisti reagisce in modo diverso a contatto con la musica.
Ma le aree del cervello che si ‘accendono’ durante l’ascolto della musica, ovvero quelle deputate alla sintassi e alla timbrica musicale, lavorano più intensamente quando nel motivo ascoltato entra in scena il proprio strumento.
Per i ricercatori questa è la prova che cercavano: se la risposta del cervello fosse decisa dalla genetica, le scansioni cerebrali rivelerebbero le stesse reazioni nei musicisti, indipendentemente dallo strumento ascoltato.
- Redazione
- 6 Aprile 2008
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