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Le conversazioni alla guida, anche se effettuate attraverso i dispositivi vivavoce o facendo ricorso ad auricolari, riducono l'attenzione del 40%

Se la polizia stradale o i vigili urbani dovessero leggere uno studio condotto presso la Carnegie Mellon University di Pittsburgh, per molti parlare al telefonino in macchina potrebbe diventare un incubo, anche se si usano auricolari o viva voce.
Fare ciò mentre si guida produce un effetto distraente quasi paragonabile a quello indotto dall’alcol: si commettono errori simili al volante, uscendo per esempio dal rettilineo o andando a sbattere contro il guardrail.
L’effetto distraente dell’ascolto passivo, secondo quanto ‘misurato’ con la risonanza magnetica su un gruppo di 29 volontari al simulatore di guida, taglia del 37% le risorse cerebrali destinate alla guida, facendo vacillare l’idea che auricolari e viva voce siano la soluzione per parlare guidando.
E questo solo con l’ascolto, figuriamoci cosa succede quando gli automobilisti interagiscono nella conversazione o digitano sms; la libertà delle mani offerta da dispositivi come il vivavoce è senz’altro utile, ma “non basta tenere le mani sul volante, bisogna anche avere il cervello sulla strada“.

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