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Il Codacons denuncia il problema, a cui sarebbe legata in parte anche la diminuzione dei consumi, e sollecita controlli diretti sui banchi dei negozi di frutta e verdura

La cattiva qualità della frutta potrebbe essere all’origine, insieme alla questione reddituale, del calo di consumi di questo genere alimentare che dovrebbe invece essere presente in maggior misura nella dieta.
La constatazione deriva dal moltiplicarsi delle segnalazioni al Codacons per  “la pessima qualità della frutta di questo inverno”. Lo rende noto la stessa organizzazione in una nota, specificando che in testa alle segnalazioni ci sono “mandarini secchi impossibili da sbucciare e arance prive di succo ed immangiabili”.
Si aggiunge poi, spiega l’organizzazione, il problema della conservazione: “dalle mele che marciscono dopo 3-4 giorni dall’acquisto alle noci marce”.
Per questi motivi il Codacons chiede l’intervento dell’ispettorato centrale per il controllo della qualità dei prodotti agroalimentari. L’organizzazione sollecita, in particolare, “che vengano fatte visite ispettive e prelevati campioni dai banchi di frutta di fruttivendoli, supermercati, discount e mercati, accertando se vi siano fenomeni fraudolenti a danno dei consumatori”.
Tra i suggerimenti dell’organizzazione ai consumatori ci sono gli acquisti frequenti ma limitati, e possibilmente direttamente dai produttori e l’attenzione ai prodotti di stagione e alla loro origine, privilegiando in particolare quelli locali.
Per la Coldiretti in calo sono i consumi di frutta (-2,7 %) e verdura (-3,1 %), per i quali gli italiani hanno speso l’anno scorso 6,8 miliardi di euro per acquistarne 4,3 milioni di tonnellate.

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