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Il termine scade il 7 marzo in moltissimi Comuni umbri che sono stati interessati all'accertamento dell'agenzia del territorio: nell'elenco anche tutte le municipalità del territorio della media valle del Tevere

Nell’ultimo anno l’Agenzia del territorio ha avviato, ai sensi del d.l. 262/2006, un’attività finalizzata al completo censimento dei fabbricati sul territorio italiano e all’aggiornamento della banca dati catastale, anche grazie alla collaborazione con Agea, tramite fotoidentificazione aerea e incrocio delle banche dati.
Il prossimo 7 marzo scadrà il termine per l’accatastamento dei fabbricati non dichiarati in tutto o in parte al catasto urbano e quelli che hanno perso i requisiti di ruralità in numerosi comuni umbri interessati dall’avviso in data 7 dicembre 2007 dell’Agenzia delle Entrate e che sono complessivamente elencati nell’allegato.

L’impressione prevalente è che si siano interessati del problema solo i cittadini che sono consapevoli di essere in posizione irregolare, mentre se ne sono completamente disinteressati coloro i quali ritengono di non aver fatto niente di abusivo.
I primi perciò avranno avuto la possibilità di far valere i loro eventuali diritti a correzioni, mentre i secondi vivono ancora ignari del problema e delle grane che presto arriveranno.
Al fine di supportare con iniziative di comunicazione questa attività di controllo è stata ideata dall’Agenzia del territorio una specifica campagna di informazione articolata su diverse tipologie di messaggio e veicolata attraverso vari strumenti di comunicazione.
Lo scopo della campagna informativa è stata quella di far conoscere l’attività in atto per individuare i fabbricati. Si è puntato in particolar modo a informare i cittadini dell’attività in corso per favorire l’adempimento spontaneo da parte dei proprietari o titolari di diritti reali sui fabbricati che ricadono sulle particelle presenti negli elenchi pubblicati e che rappresentano i risultati delle verifiche.
Che questa campagna sia effettivamente servita ad informare i proprietari delle aree in cui sarebbero stati individuati fabbricati irregolari, v’è ragione di dubitare ed è probabile che solo quando arriveranno le multe molti si accorgeranno di essere stati interessati al problema perché all’atto del rilevamento aereo avevano una grossa catasta di legno scambiata, dall’alto, per un fabbricato; oppure il rimorchio di un camion e lo tenda “degli indiani” tirata su dai ragazzini di casa per giocare.

Una gestione meno burocratica e forse meno costosa ma diretta, con l’invio postale di avvisi individuali, forse avrebbe evitato tanti problemi e dato l’impressione di una amministrazione pubblica meno borbonica perchè, affidandosi solo ad internet e a qualche manifesto affisso nei luoghi più improbabili, non si diventa necessariamente più moderni: ancora i tamburi dei banditori partenopei sono per molti più efficaci per diffondere notizie, se non si vuole usare la posta.

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