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Un modo diverso per parlare d'amore nel giorno di San Valentino: raccontare la storia di un matrimonio che ha superato i cinquant'anni

Due fedi che brillano da cinquant’anni, da quando in una mattina tiepida del lontano 8 settembre 1957 Alfeo e Quintilia Salomoni si sono sposati nella frazione marscianese di Migliano: 22 anni lei e 24 lui, un podere da mandare avanti lavorando insieme ed una famiglia numerosa che si scaldava condividendo ogni momento di vita contadina.
“Ci siamo conosciuti che avevamo quindici anni – racconta Quintilia – in un’occasione poco romantica: andando a raccogliere le ghiande per i maiali”. Galeotta fu la frequentazione e il fatto di abitare nello stesso piccolo borgo, che li ha visti poi fidanzarsi all’età di venti anni.
“Dopo due anni di fidanzamento in casa – interviene Alfeo – abbiamo deciso di sposarci. Io avevo già fatto diversi chilometri a piedi per raggiungerla ogni sera e una volta ci voleva un bel coraggio: si attraversavano gli stradelli stretti e bui, senza lampadina, orientandosi a intuito”. E nonostante questo, Alfeo non è mancato a nessun appuntamento: neppure con la nevicata del 1956!

“Per il matrimonio comprai il vestito bianco con il velo – dice orgogliosa Quintilia – e confezionai dei sacchettini con i confetti per le sessanta persone che avevamo invitato”. Una festa semplice, la descrivono, rispetto ai ricevimenti faraonici ai quali siamo abituati oggi. “Per noi ci fu un bel pranzo nella casa di Alfeo – raccontano – e al posto del viaggio di nozze si iniziò dal giorno dopo a lavorare insieme raccogliendo il granoturco”.
Da allora non è trascorso un giorno senza che i due sposi non si siano aiutati a vicenda, pagando con il sudore e i sacrifici una vita che oggi li fa sentire contenti, con una bella casa propria, due figlie entrambe “sistemate” che non li lasciano mai soli e la compagnia del padre centenario di Alfeo, che ancora oggi aiuta a sparecchiare la tavola.
“Abbiamo voluto festeggiare il nostro cinquantesimo anniversario – raccontano – con una cerimonia al santuario della Madonna delle Grondici”. In un 8 settembre 2007 accompagnato dallo stesso sorriso sulle labbra che il parroco di Migliano don Italo Paparelli immortalò con la sua macchina fotografica in quei lontani anni Cinquanta.

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