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Lo spessore ridotto del ghiaccio sui laghi impedisce ai mezzi di trasporto di accedere ai luoghi dove vengono estratti i preziosi

Un diamante è per sempre, (dice la pubblicità) se non ci si mettono di mezzo i cambiamenti climatici.
E’ quanto sta accadendo in Canada.
Qui la società Tehera è in crisi e la motivazione principale è da ricercarsi proprio nel global warming.
Scrive il “Sole 24 Ore” che “il caldo nel 2006-2007 ha bloccato il traffico di mezzi pesanti tra la cittadina di Yellowknife, nei territori di Nord Ovest, e il Nunavut. Le piste sui laghi ghiacciati infatti non erano praticabili, perché i trucks (camion, n.d.r) da quasi 70 tonnellate hanno bisogno, per non sprofondare, di uno strato di ghiaccio di spessore non inferiore al metro. E’ un campanello d’allarme per la nuova frontiera delle gemme”.
Così – oltre al caro petrolio e a fattori valutari – il sogno dei diamanti canadesi sembra appannarsi e la Tahera, società che aveva avviato a metà del 2006 l’attività a Jericho, ha sospeso le attività.
E le sue azioni sono praticamente carta straccia essendo passate da 4 dollari canadesi a 7 cents.

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