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Il Consiglio Regionale ha approvato ieri sera a tarda ora una risoluzione presentata dalla maggioranza dell'Unione che tecnicamente dà il via al Documento Annuale di Programmazione

Il Documento annuale di programmazione dell’Umbria 2008/2010 è stato approvato dal Consiglio regionale. Presenti al momento del voto solo 17 consiglieri in quanto dell’opposizione di centrodestra ha abbandonato l’aula per protesta contro l’acquisizione agli atti del Consiglio di un comunicato consegnato dai rappresentanti del “Comitato 23 ottobre” per la liberazione dei quattro ragazzi arrestati a Spoleto nell’ambito di una inchiesta antiterrorismo.
Solo il consigliere Lignani Marchesani in rappresentanza della minoranza era rimasto in aula, quindi il documento è passato con 16 voti a favore (Unione) e un voto contrario.
L’aula ha votato in favore della proposta di risoluzione (che tecnicamente da il via libera al Dap) presentata in Consiglio da Baiardini su mandato della Prima Commissione: il documento ribadisce i 10 “progetti caratterizzanti” contenuti nel Dap. Bocciata invece la risoluzione presentata dai consiglieri dell’opposizione di centrodestra che chiedeva il ritiro del Dap e la sua rielaborazione.

Interessante, anche se impietosa, l’analisi della attuale situazione umbra fatta dall’assessore Vincenzo Riommi
per il quale “negli ultimi tre anni si è sviluppata una fase economica espansiva anche in Umbria, dove si sono registrati risultati migliori della media nazionale. C’è stata una crescita del Pil, è cresciuta la base occupazionale ma è diminuita la produttività per addetto e questo evidenzia una criticità del nostro sistema produttivo. Le imprese umbre sono ancora troppo deboli, troppo legate al fattore lavoro, poco innovative e quindi deboli. L’Umbria deve fare un salto di qualità e questo è uno degli obiettivi qualificanti del Patto per lo sviluppo”.
Questo Dap assume un punto di forza: l’equilibrio di bilancio, per cui Riommi è coinvolto in prima persona, ma deve essere “valutata anche la qualità sociale della regione; bisogna decidere come garantire la copertura dei bisogni a tutti e la coesione sociale (infanzia, non autosufficienza, servizi per le fasce deboli) e questo può avvenire tassando l’intermediazione speculativa e le attività che incidono sulla qualità ambientale”.

Baiardini ha evidenziato l’importanza di avere un bilancio in pareggio che permetterà di destinare 32 milioni di euro alla non autosufficienza ed ha auspicato un rovesciamento dell’approccio nel settore sanitario e sociale che porti ad organizzare le strutture in base alle esigenze dei cittadini.
Totale e senza incertezze l’opposizione del centrodestra al Dap emersa dalla relazione di minoranza di Andrea Lignani Marchesani. Il consigliere di Alleanza nazionale ha indicato le ragioni della contrarietà nell’aumento della pressione fiscale, nel basso profilo della programmazione che ha portato a passare dalle azioni strategiche ai “progetti caratterizzanti” (che non registrano avanzamenti), nell’incapacità della Regione di indicare una scala delle priorità.

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