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Il rapporto Quars di "Sbilanciamoci!" colloca la regione al quinto posto nella graduatoria italiana

In base al rapporto Quars (qualità regionale dello sviluppo) di “Sbilanciamoci!” l’Umbria mostra una qualità dello sviluppo medio alta rispetto alle altre regioni italiane, presentando i valori di tutti i macro indicatori al di sopra della media delle regioni, tant’è che si classifica al 5° posto in Italia.
Dei criteri generali alla base dell’indagine, abbiamo già parlato rilevando che per quanto riguarda l’impatto antropico sul territorio e sulle risorse della regione emerge un quadro abbastanza positivo, data la bassa densità abitativa, nonostante si registri un uso di fertilizzanti superiore alla media nazionale.
Dal punto di vista delle politiche adottate spicca il dato riguardante l’Eco Management, per il quale la regione si posiziona al secondo posto dopo il Trentino Alto Adige, superando la Toscana, e che sottolinea l’attenzione della pubblica amministrazione verso una gestione sostenibil del territorio e delle sue risorse. Tuttavia il sistema di mobilità è ancora strettamente legato al trasporto su gomma, posizionando l’Umbria al diciottesimo posto per quanto riguarda la mobilità sostenibile.
Le diverse variabili che compongono l’indicatore economia e lavoro mostrano un comportamento in linea o poco migliore di quello riscontrabile a livello medio nazionale,anche se è proprio in questo aspetto che l’Umbria dimostra una qualità di sviluppo meno soddisfacente.
La variabile che descrive la precarietà del lavoro, valutata al 25% è composta per il 14 % da lavoro nero e per il resto da contratti a tempo determinato,mentre il contributo del lavoro interinale alla sua determinazione è trascurabile.

La regione fa bene in diritti e cittadinanza e si classifica al terzo posto dopo Trentino Alto-Adige e Marche.
In particolare, l’inserimento lavorativo delle persone svantaggiate appare facilitato dall’alto numero di cooperative sociali di tipo B, ottenendo il risultato migliore dopo la Valle d’Aosta. 
Inoltre, per quanto riguarda i migranti, l’elevata attrattività che la regione esercita dal punto di vista lavorativo e i frequenti ricongiungimenti familiari riscontrati descrivono una realtà caratterizzata da una buona integrazione degli immigrati nel contesto economico regionale. Anche l’accessibilità dei servizi è al di sopra della media nazionale.

Salute. La prevenzione è il punto di forza della regione. Emerge infatti una bassa mortalità evitabile e lo screening dei tumori presenta una delle maggiori incidenze a livello nazionale dimostrando l’esistenza e l’efficienza di strutture specializzate. anche se il risultato ottenuto negli altri aspetti è inferiore alla media nazionale e abbastanza insoddisfacente, come nel caso delle liste di attesa e delle migrazioni ospedaliere, superiori al 10% dei ricoverati.

L’Umbria si comporta bene in tutte le variabili componenti l’indicatore istruzione e cultura si posiziona al quarto posto nella classifica delle regioni secondo questo aspetto.
Il livello di istruzione della popolazione residente è buono: partecipa all’istruzione superiore iù del 99% della popolazione di età compresa tra i 14 e 18 anni, mentre il numero i laureati, circa il 6,7% della popolazione, può essere considerato significativo, se confrontato con la situazione presente nel resto d’Italia. Inoltre, il buon punteggio ottenuto per l’Ecosistema scuola e la bassa mobilità universitaria evidenziano l’esistenza di  adeguate strutture, nonostante la bassa densità della popolazione sul territorio.
Rispetto alle pari opportunità, l’Umbria è caratterizzata da un livello alto (rispetto al resto del paese!) di partecipazione femminile alla vita politica ed e sopra la media della partecipazione economica.
La regione si classifica al secondo posto per numero di donne elette nei consigli comunali, circa un sesto del totale, mentre la differenza tra partecipazione maschile e femminile al mercato del lavoro è in linea con la media nazionale.

I posti disponibili negli asili nido sono 11,6 ogni 100 bambini, il terzo miglior risultato a livello nazionale.
La partecipazione della popolazione alle attività che contribuiscono alla vita politica e sociale del territorio umbro è anch’essa medio alta.
Il risultato è dovuto in particolare alla partecipazione politica, con l’87,1% della popolazione votante, ed alla diffusione dei difensori civici, che sono 1,16 ogni 100.000 abitanti. Si attestano nella media l’impegno in attività appartenenti al mondo della società civile, la diffusione di associazioni di volontariato e la lettura di quotidiani non sportivi.

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