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La Comunità montana del Peglia ha diffuso i dati delle azioni promosse per limitare i danni degli ungulati

Una sessantina di capi catturati con le trappole apposte nelle zone di San Venanzo e Allerona; tre quelli uccisi a San Venanzo; oltre 10 mila euro investiti per le recinzioni elettriche; 40 mila destinati per le colture a perdere in 40 ettari per evitare l’erratismo degli animali.
Sono i dati dell’attività della Comunità montana del Peglia  sull’attività svolta dall’ente per il contenimento di cinghiali.
“Sono stati evidenziati – informa una nota – ulteriori danni ai giovani boschi causati da altri ungulati selvatici, quali daino e capriolo, che imporranno tempestive misure di contenimento, sulle quali è stato deciso di chiedere il parere all’istituto nazionale di fauna selvatica, per tramite dell’Osservatorio faunistico regionale”.

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