Se un giorno la Terra dovesse divenire inabitabile, potrebbe bastare un piccolo salto di 20 anni luce per trovare un altro luogo dove continuare a vivere.
Non è ancora molto chiaro quanta gente potrebbe ospitare ma, con un piccolo telescopio amatoriale si può già provare a “prenotare” un posto.
A più di 10 anni dalla scoperta del primo pianeta extrasolare, il numero di questi oggetti ammonta a più di 250. Fino a pochi anni fa, la rivelazione era limitata a pianeti giganti, con massa paragonabile a Giove, probabilmente gassosi.
In aprile, un gruppo di astronomi ha annunciato la scoperta di due nuovi pianeti che orbitano intorno alla stella Gliese 581 (una nana rossa), con masse, rispettivamente, superiori a 5 e 8 masse solari. Uno di questi avrebbe condizioni simili a quelle terrestri .
La stella è più piccola e più fredda del Sole, scovata poco a nord di “beta” Librae, e distante poco più di 20 anni-luce.
Questa distanza relativamente modesta basta a renderla invisibile ad occhio nudo, ma rimane largamente a portata di strumenti d’osservazione anche amatoriali, con una luminosità apparente di circa undicesima grandezza.
Il pianeta, chiamato “Gliese 581c” si troverebbe nella ristretta fascia di abitabilità individuabile attorno alla sua stella, collocandosi a soli 11 milioni di chilometri dal proprio sole. Ciò è molto meno della distanza della Terra, ma va tenuto conto che Gliese 581 è più piccola e meno calda del Sole, con una massa di tre decimi e una temperatura superficiale di 3500K rispetto ai 5500K della nostra stella.
Ciò consentirebbe al pianeta”terrestre” temperature medie fra 0° e 40°C, quindi addirittura più accoglienti di quelle che registriamo sulla Terra.
Se il pianeta possiede dell’acqua, potrebbe essere in parte coperto da oceani di acqua liquida.
Andando più a fondo, salta fuori però che intanto la stella Gliese 581 ha improvvisi salti di luminosità che possono raggiungere il 30% dello splendore totale e che non gioverebbero particolarmente al pianeta “terrestre” orbitante così vicino a quel piccolo sole rosso.
Inoltre, collocandosi così in prossimità della propria stella, il pianeta potrebbe subire degli effetti mareali piuttosto intensi, tali da annullare la sua rotazione autonoma: sicché volgerebbe sempre la stessa faccia al proprio sole, così come avviene per la Luna nel suo orbitare attorno alla Terra.
Condizione, pure questa, tutt’altro che favorevole ad eventuali forme di vita, perchè si avrebbe un emisfero sempre illuminato e riscaldato e un altro consegnato alla notte e al gelo.
In tal caso non resterebbe alla vita che una ristretta “cornice” a cavallo dei due emisferi, dove giorno e notte si alternerebbero.