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L'operazione di recupero intrapresa dall'Ufficio Tributi riguarda soprattutto le aree individuate come edificabili dal nuovo Piano Regolatore: alto il malumore tra i tuderti, alcuni dei quali ritengono esistano gli estremi per aprire il contenzioso

Diverse centinaia di avvisi di “accertamento d’ufficio per omessa dichiarazione ed irrorazione di sanzione” relativi all’ICI, con riferimento soprattutto al possesso di aree fabbricabili individuate nel Piano regolatore generale, stanno arrivando da alcune settimane nelle case dei cittadini di Todi.
Da informazioni ufficiose risulta che l’ammontare complessivo dei tributi oggetto dell’operazione di recupero si aggiri addirittura sui 600 mila euro, importo dall’impatto economico non certo indifferente per una realtà di 17 mila abitanti . Le “cartelle”, che sono riferite alle annualità dal 2001 al 2005, stanno provocando malumori e proteste diffuse, destinate ad ampliarsi ulteriormente in considerazione che molti avvisi devono essere recapitati da qui alla fine dell’anno. Un brutto biglietto di auguri in arrivo, dunque, da parte del Comune per tante famiglie.
Il quadro normativo da cui discendono tali provvedimentiè assai complesso e fu oggetto, già circa un anno fa, di due articolati interventi sulle pagine di TamTam: uno da parte dell’avvocato Moreno Primieri, all’epoca consigliere di opposizione ed oggi vicesindaco, e l’altro del responsabile del Servizio Politiche Tributarie del Comune di Todi Costantino Santucci (in allegato il suo contributo in questione).

Numerose le segnalazioni giunte in questi giorni in redazione per lamentare una situazione ritenuta per molti incomprensibile. C’è chi contesta di non essere stato informato a tempo dell’attribuzione della natura di area fabbricabile ai terreni di propria proprietà; chi reputa la retroattività del provvedimento una forzatura interpretativa delle norme; chi contesta i criteri per la determinazione del valore venale delle aree, dal quale discende poi l’imposta; chi lamenta attribuzioni di edificabilità irrealizzabile all’atto pratico e quindi finalizzata soltanto a fare cassa; chi ritiene i provvedimenti non sufficientemente motivati. Senza riferire di coloro che si spingono oltre, intravedendo fantasiosamente (?) perfino delle sfaccettature di ordine politico nella tempistica delle comunicazioni inviate dal Comune: non in primavera prima delle elezioni ma ora, con la nuova Amministrazione, per le feste!

Va detto che contro gli avvisi di accertamento è prevista la possibilità di opporsi, entro 60 giorni, dinanzi alla Commissione Tributaria o di percorrere, sussistendone fondati motivi, la strada dell’accertamento con adesione (se ad esempio si contesta il valore attribuito all’area). D’altro canto, però, non può essere sottaciuto che, qualora il contribuente accetti di pagare nei tempi prescritti, la sanzione è ridotta ad un quarto mentre in caso contenzioso l’imposta praticamente raddoppia.
E’ evidente che, soprattutto se gli importi dovuti non sono altissimi, la maggior parte dei tuderti, pur mugugnando, finirà per effettuare il versamento senza intraprendere una battaglia legale dagli esisti incerti e comunque lunga e costosa (qualche lettore ha ipotizzato in proposito l’apertura di una “azione collettiva”, intesa nel senso di coalizzarsi ed affidarsi ad un unico avvocato al fine di suddividere le spese).
Per completezza di informazione, riferiamo che a metà ottobre il Comune di Todi ha assunto una determinazione con la quale ha disposto la non applicazione delle sanzioni per il recupero delle annualità pregresse correlate alle violazioni commesse prima della data di notifica della comunicazione con la quale è stata data conoscenza dell’intervenuta attribuzione di natura di area fabbricabile, conseguente alla deliberazione del Consiglio comunale n. 110 del luglio 2005.

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