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Il dato è stato reso noto nel corso del convegno svoltosi a Todi sull'Attività Fisica Adattata illustrando l'esperienza promossa in Umbria e raffrontandola con quella della vicina Toscana

Sono un migliaio nella sola Usl 2 dell’Umbria le persone affette da mal di schiena che sono state coinvolte, dall’inizio dell’anno, nel progetto sperimentale di “attività fisica adattata”.
L’esperienza è stata illustrata nel corso della giornata di studio che si è svolta sabato al palazzo del Vignola di Todi, organizzata dalla Direzione Sanità e servizi sociali della Regione Umbria. Il convegno si inserisce nel percorso di definizione del nuovo Piano sanitario regionale, che individua tra i suoi obiettivi la promozione della salute anche attraverso l’attività fisica.
L’attività fisica adattata, è stato spiegato, consiste in programmi di esercizi specifici per patologie, svolti in gruppo, che sono studiati per persone con una forma di disabilità cronica e finalizzati a modificare lo stile di vita, combattendo la sedentarietà che è causa di ulteriore disabilità e mortalità prematura.
In Umbria, è stato ricordato nel convegno, i progetti di “attività fisica adattata” sono stati avviati nel 2006 nel distretto di Foligno della Usl n.3 e, in seguito, nei distretti della Media Valle del Tevere e del Trasimeno della Usl n.2. “Finora hanno riguardato solo il mal di schiena – ha rilevato Maurizio Massucci, direttore del Dipartimento di Riabilitazione della Usl 2 – basandosi sull’evidenza che le sindromi dolorose della colonna sono presenti con una prevalenza sempre più alta anche nel nostro territorio. Il punto di forza  è che si associa all’attività fisica, strutturata e ripetuta, un forte stimolo alla socializzazione e all’aggregazione nel gruppo”.
Sono 970, dal gennaio 2007, le persone nella Usl 2 che si sono sottoposte al test di valutazione effettuato da un’apposita “equipe” riabilitativa per l’inserimento nel progetto “mal di schiena”. Di questi, ne sono stati selezionati 940, che hanno partecipato e partecipano ai 40 corsi di gruppo (15-20 persone ciascuno), istituiti in 25 sedi distribuite nel territorio (palestre pubbliche e private, aule scolastiche).
Viene richiesto il pagamento di una quota di partecipazione alla spesa, circa 2 euro per seduta, poiché i programmi non rientrano nei “livelli essenziali di assistenza” assicurati dal Servizio sanitario nazionale.
La percentuale di abbandono dei corsi è del 20%, considerata bassa rispetto ad analoghe esperienze. Nella Media Valle del Tevere è stata svolta anche un’indagine, attraverso un questionario, sul grado di soddisfazione degli utenti.
Nel corso del convegno di Todi, è stata illustrata anche l’esperienza della Toscana, dove i programmi di attività fisica adattata sono stati istituiti con una delibera della Giunta regionale e in pochi anni si sono rapidamente diffusi, coinvolgendo migliaia di persone, anche per livelli di disabilità più gravi quali ictus, Parkinson e dialisi.

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