La Commissione affari sociali di Palazzo Cesaroni ha rinviato a giovedì prossimo, 20 dicembre, l’esame del provvedimento sull’aumento della tassa di concessione per l’attività venatoria.
Sulla provvedimento è in atto un braccio di ferro con la minoranza che “non ha ritenuto sufficiente l’audizione fatta in mattinata con le categorie interessate, in quanto, a loro giudizio, e nonostante un parere sulla legittimità della stessa audizione, formulato dagli uffici, si sarebbe dovuto far precedere l’esame dell’atto da una apposita seduta di partecipazione“.
La Commissione ha ascoltato agricoltori, responsabili degli Ambiti territoriali di caccia (Apt) associazioni venatorie e Province che gestiscono la delega sulla caccia.
Per gli agricoltori (Cia) è essenziale che comunque si arrivi al rimborso totale dei danni prodotti dalla selvaggina, ed è necessario ridurre le spese.
Contrari in linea di massima all’aumento anche i responsabili degli Ambiti territoriali di caccia, ma nel caso, secondo il parere di Giovanni Eroli, presidente dell’Atc numero 3, “è importante che le nuove risorse tornino comunque sul territorio per investimenti a favore del mondo venatorio. In questa ottica, con risorse certe e sufficienti a disposizione, saremmo disponibile anche a gestire i rimborsi dei danni subiti dagli agricoltori”.
Di tutt’altra idea l’assessore alla caccia della Provincia di Terni Gianni Pelini che si è dichiarato favorevole all’aumento della tassa regionale sulla caccia, come predisposto dalla Giunta, “ma non ad attribuzioni di competenze ad altri organismi (Atc) senza aver modificato preventivamente il Regolamento e la legge 23 sui danni prodotti dalla selvaggina.”
Giancarlo Comastri, presidente di Arcicaccia ha dichiarato che “se l’aumento verrà deciso (ma sarebbe meglio evitarlo) diventa importante capire come le nuove risorse saranno utilizzate. E’ giusto rimborsare i danni agli agricoltori; ma occorre tener conto che non sempre sono causati dalla selvaggina cacciabile. Ci sono anche i lupi i cani randagi, e rapaci e lo stesso tasso”.
Del tutto contrario all’aumento Libera Caccia che, con il presidente Stefano Tacconi ha detto che “non si capisce la fretta della Giunta nel varare un provvedimento che in quanto atto legislativo dovrebbe seguire tutte le procedure previste. Il fatto è che si tratta di una volontà politica, non di un obbligo da assolvere in tutta fretta. E poi, nel concreto, c’è da evidenziare che la ripartizione delle risorse, per come è stata annunciata, metterebbe in crisi gli Atc“.
Intanto la minoranza “gongola”. Con un loro comunicato i consiglieri regionali, Ada Urbani (FI) e Aldo Traccheggiani (La Destra), si attribuiscono il merito del rinvio del parere della commissione .
“L’azione dell’opposizione – spiegano – è stata improntata sul rispetto delle regole fissate dal regolamento e dalla normativa regionale che prevedono, a richiesta scritta di 3 consiglieri, una obbligatoria consultazione popolare sotto forma di partecipazione dell’atto, prima della sua istruttoria in commissione.
Con il prolungamento dei tempi, potrebbe (l’aumento – n.d.r.) decadere per il 2008, anche l’attuazione della legge con lo slittamento dell’aumento al 2009. In merito al disegno di legge da approvare – concludono – non concordiamo neanche sulle scelte operate in merito alla ripartizione delle risorse, in pieno accordo con quanto già espresso dalle associazioni venatorie ascoltate in audizione”.
In effetti il consigliere Melasecche (Udc) ) è intervenuto contestando il merito del provvedimento: ulteriore aggravio tariffario che rischia di determinare un ulteriore calo nel numero dei praticanti e con l’effetto pratico di azzerare l’entità dell’introito previsto”. Ma critiche anche sul metodo, oltre che di Melasecche, anche di Massimo Mantovani (FI), Franco Zaffini, capogruppo di An e Aldo Tracchegiani (La Destra) che possono riassumersi con quanto dichiarato dal primo : “se come centrodestra cedessimo sul rispetto della obbligatorietà della partecipazione preventiva, avremmo come risultato un evidente conflitto fra Consiglio e Giunta, con quest’ultima che potrebbe evitare di ascoltare i cittadini chiedendo l’urgenza su ogni atto scomodo, disattivando di fatto l’istituto della partecipazione”
“Sul fronte caccia apriremo – ha detto Mantovani – un’ulteriore vertenza, proprio in terza Commissione, per capire come vengono spesi i soldi dei cacciatori. A noi risulta che sono stati utilizzati anche per compiti istituzionali e non solo a favore della attività e del rimborso dei danni provocati dalla selvaggina”.