Il Consiglio comunale di Todi di ieri, prima che la seduta si facesse tumultuosa, aveva vissuto uno svolgimento “quasi normale”, passato decisamente in secondo piano alla luce di quanto avvenuto dopo. Innanzitutto è stato approvato all’unanimità l’adozione del piano di classificazione acustica del territorio comunale, strumento che al pari dei più importanti atti programmatori di natura urbanistica inizierà ora il lungo iter necessario, fatto di pubblicazione e di osservazioni, per arrivare alla definita approvazione. Da quella data scatteranno i sei mesi di tempo per provvedere ad eventuali adeguamenti da parte di aziende, mentre entro un anno il Comune dovrà attivare i primi rilevi e controlli circa il rispetto dei livelli di rumorosità.
Anche il secondo punto, riferito alle variazioni e assestamenti di bilancio, ha avuto un andamento relativamente tranquillo. Relativamente perché il punto è sì passato, ma stavolta con i voti dei 10 consiglieri del centrodestra e l’astensione degli 11 del centrosinistra. Relativamente, perché prima di arrivare a tale epilogo, il dibattito è stato assai vivace, acceso prima dal capogruppo di Rifondazione comunista Caprini ed alimentato da quello del PD Cappelletti.
Il primo ha accusato il centrodestra di essersi smentito da solo, vista la contradditorietà delle variazioni rispetto a quelle precedentemente assunte, e ha censurato il sindaco Ruggiano per la mancata presentazione delle linee programmatiche di indirizzo della sua Amministrazione; il secondo ha espresso ugualmente perplessità sulla manovra e denunciato ritardi nella messa a disposizione della documentazione ed incoerenza e superficialità nell’azione di governo.
I due hanno motivato il passaggio dal voto contrario all’astensione con il senso di responsabilità dovuto per garantire il corretto funzionamento degli uffici. Il consiglieri Giorgi (Idv) ha invece spiegato con un lungo intervento perchè, causa il comportamento non “super partes”, sarebbe passato pure lui all’astensione dopo aver votato l’altra volta a favore delle variazioni.
Il sindaco è intervenuto per ribadire di continuare a sentirsi e ad essere il sindaco di tutti, senza dimenticare però di essere stato votato da chi voleva cambiare a fondo l’amministrazione della città. Ha rigettato le accuse di incoerenza e spiegato che a guidare le scelte è solo la volontà di dare concretezza ad opere come quella dell’argine sul Tevere. Ha poi contrattaccato il centrosinistra accusandolo di tenere due comportamenti diversi in aula e fuori dall’aula e che l’astensione non era in pratica una concessione al centrodestra ma una scelta quasi obbligata.
Sono seguiti tre repliche, tutte piuttosto dure, di Caprini, Alvi e Cappelletti. Si è quindi andati alla votazione che ha confermato il risultato annunciato: 10 favorevoli (i 9 consiglieri del centrodestra più il sindaco) e 11 astenuti.
Sembrava ancora “quasi tutto normale”, invece era l’anteprima dell’avvitamento che da lì a poco sarebbe andato in scena sulla nomina della commissione per la qualità architettonica e il paesaggio.
- Redazione
- 29 Novembre 2007
Condividi su facebook
Condividi su twitter