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Per i regionali e interregionali la spesa addebitata alla Regione passerà da 27 a 40 milioni di euro

La strada per ricreare tanti statarelli sovrani nella penisola italiana sembra che passi per le “vie ferrate”, con un processo inverso rispetto a quello degli Stati Uniti d’America dove lo stato federale è cresciuto seguendo i binari.
Così come nella galassia ex sovietica i nuovi Stati si sostengono imponendo tangenti sul gas o sul petrolio che attraversa, in oleodotti o gasdotti, il loro territorio, così probabilmente dovranno fare le regioni italiane da attraversare col treno per mantenere i loro collegamenti ferroviari interni.
Forse solo minacciando di bloccare i collegamenti Ancona-Roma e viceversa a Fossato di Vico e Nera Montoro, o quelli tra Nord e Sud d’Italia ad Orvieto, gli amministratori regionali umbri potranno racimolare quanto gli serve per far camminare i treni regionali.

“Per i treni regionali e interregionali, la Regione Umbria, dagli attuali 27 milioni di euro che versa alle Ferrovie dello stato, dovrebbe versarne circa 40 milioni“.
Per gli Eurostar, le regioni italiane dovranno pagare 120 milioni di euro; per i treni regionali e interregionali serviranno 400 milioni di euro. La ripartizione per regione per gli Eurostar è difficile, ma l’Umbria per bocca dell’assessore regionale ai Trasporti Giuseppe Mascio, in una audizione in Consiglio regionale, si è detto molto preoccupato.
Mascio ha anche fatto sapere che “i treni che usciranno dall’Umbria nel 2009, in base ai programmi di Trenitalia, non potranno usufruire dei tracciati utilizzati dall’alta velocità (Orte-Roma)”. Chissà che la Lorenzetti non ribatta che gli aerei che usciranno da Fiumicino non potranno sorvolare l’Umbria oppure che la E45 può essere utilizzata solo per destinazioni o provenienze umbre?

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