Botta e risposta tra lo Zooprofilattico ed i sindacati umbri.
L’istituto umbro-marchigiano con sede a Perugia, in risposta ad articoli di stampa che denunciavano un rischio di paralisi per l’attività dello zooprofilattico, aveva da poco emesso un suo comunicato che la C.G.I.L. ha subito rincarato la dose.
La Direzione Generale dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale aveva precisato che “al momento non si ravvisa alcuna anomalia nel normale funzionamento dell’Istituto. L’Organo direttivo dell’Ente sta dando attuazione ai programmi ed ai progetti già definiti nel Piano Aziendale 2007. Procedono le attività di sorveglianza relative alle patologie ….. (BSE, Influenza aviaria, Bluetongue) ed il lavoro dei Centri di Referenza Nazionali. Continua l’attività tecnico-amministrativa relativa agli ordini per i consumabili di laboratorio o ai beni strumentali. Cosa ancor più importante non sono bloccate le procedure concorsuali per la stabilizzazione del personale precario dell’Ente, che procedono seguendo le modalità fissate dalla normativa vigente e definite dal Consiglio di amministrazione, di cui sono puntualmente informati i presidenti e gli assessori delle Giunte regionali di competenza.”
Quanto affermato sulla stabilizzazione non è stato gradito dai sindacati perugini per i quali ”si stanno continuamente modificando le carte in tavola all’Istituto Zooprofilattico. Si parla di stabilizzazione del personale, ma a dispetto di ciò risultano a rischio molti posti di veterinari e biologi.
Infatti, nonostante la legge finanziaria 2007 abbia gettato le basi per la stabilizzazione di tutto il personale precario, si scopre che allo Zooprofilattico di Umbria e Marche non vi sono sufficienti risorse per le assunzioni in ruolo.
La soluzione prospettata è quella di stabilizzare i dirigenti come tecnici. Trovata geniale se non esistessero i contratti di lavoro e la dignità professionale da rispettare, nonché le regole e quanto stabilito in sede di concertazione con il sindacato. Forse la nuova professione che l’Istituto si è letteralmente inventata per stabilizzare forzatamente i dirigenti (senza la quale verrebbe a mancare il rinnovo del contratti a tempo determinato) non è che un abbaglio che serve a remunerare da tecnico chi è dirigente, in dispregio di entrambe le professionalità”.
Per la Fp-Cgil la direzione aziendale “pensa solamente a chi le è più congeniale e non agli interessi generali del personale e, soprattutto, dell’utenza. Questi saranno gli involontari e inconsapevoli oggetti della ricaduta di scelte sciagurate e senza futuro. Ovviamente, questa situazione vedrà la Fp-Cgil in prima linea nel contrastare, con tutti i mezzi necessari, questa scellerata situazione”.
- Redazione
- 16 Novembre 2007
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