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L'attività della missione archeologica italiana che vede coinvolta la Intrageo di Todi si svolge nella zona di Cerro de Las Mesas, Stato di Veracruz
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Intrageo, società archeologica tuderte nata dal Gruppo Speleologico Todi, svolgerà ricerche al fine di ritrovare importanti siti archeologici della civiltà Olmeca. La missione è sotto l’egida del Centro Studi Americanisti Circolo Amerindiano, sede di Perugia, coordinata dall’antropologo prof. Romolo Santoni e finanziata dal Ministero degli Esteri.
Le due spedizioni precedenti, dirette nel 1940 dall’archeologo americano Matthew W. Stirling, si sono estese a tutta la regione di La Venta e alla zona in prossimità del Rio Tonala. Gli scavi diretti da Stirling hanno messo in luce una grande quantità di monumenti, di oggetti di ceramica, di stele, di altari, degni tutti del massimo rilievo.
Alcuni di questi monumenti si presentano in forma di teste gigantesche (talune misurano alcuni metri di altezza) con espressione per lo più severa, decorate con segni di non facile interpretazione. In seguito, gli scavi archeologici si concentrarono verso alcuni siti particolari, che avevano restituito reperti eccezionali, ma inspiegabilmente fu sottovalutata la zona di Cerro de Las Mesas, dove invece all’interno di un territorio piatto e sconfinato, si rileva la presenza di decine d’imponenti piramidi e possibili strutture sepolte ancora completamente sconosciute.
Dopo oltre dieci anni di ricerche antropologiche svolte in questa zona dai ricercatori del Centro Studi Americanistici Circolo Amerindiano di Perugia, prende ora il via un ampio progetto interdisciplinare e internazionale, che porterà all’apertura di un museo e di un centro culturale per la raccolta e lo studio delle testimonianze della grande civiltà degli Olmechi, antesignani degli Aztechi.
Il progetto globale è articolato in sette sotto-progetti con differenti linee disciplinari, in collaborazione con vari istituti universitari italiani e l’importante collaborazione e il sostegno della prestigiosa Universidad Veracruzana di Xalapa, capitale dello Stato di Veracruz, del Consejo de Arqueología dell’Instituto Nacional de Antropología e Historia del Messico e del Ministero italiano degli Affari Esteri attraverso la cooperazione internazionale.

Intrageo, società archeologica tuderte costituita nel 2003 da alcuni soci del Gruppo Speleologico Todi, ha partecipato alla realizzazione del progetto e si occuperà di coordinare sul campo le attività di tipo archeologico: ricerche e ricognizioni archeologiche, rilievi geografici e topografici, ed in seguito, l’organizzazione degli scavi archeologici, il tutto sotto la direzione del Prof. Romolo Santoni, e delle autorità del Consejo de Arqueología dell’Instituto Nacional de Antropología e Historia del Messico.

L’area delle indagini interessa una zona piuttosto estesa, in un’area tropicale verdissima ed estremamente umida, tra acquitrini e fiumi, non lontana dalle coste del Golfo del Messico, culla della civiltà mesoamericana, dove sorsero intorno al XVIII secolo a.C. i primi insediamenti degli Olmechi, un popolo dalle origini misteriose, scoperto dagli archeologi soltanto alla fine dell’Ottocento.

L’arte degli Olmechi si esprimeva soprattutto attraverso la scultura monumentale: ritratti allegorici conosciuti come teste colossali, gli altari o troni di grande plasticità, e le statue antropomorfe in cui prevale la fisionomia felina.

Il gruppo di lavoro è formato dal prof. Santoni, Federico Spiganti, Francesco Pacelli, Stefano Spiganti e Carlo Zoccoli per Intrageo più quattro archeologhe e antropologhe e un giornalista. I partecipanti alla missione, per questa prima fase sono in sette, dopo un incontro con le autorità presso l’Ambasciata Italiana a Città del Messico, si è recato all’UNAM, Università del Messico, per acquisire importanti mappe della zona, è seguita la visita al sito archeologico di Teotihuacán e al museo archeologico per visionare alcuni reperti provenienti da Cerro de Las Mesas.
La missione prevede il non facile ritrovamento delle aree indagate da Stirling nel 1940, per poi continuare il suo lavoro al fine di comprendere la reale consistenza ed estensione di questo immenso patrimonio storico e culturale. Grazie ai dati acquisiti, potrà prendere il via la seconda tappa del progetto finanziato dalla cooperazione internazionale: la realizzazione del Museo y Centro Cultural del Pueblo de la Mixtequilla “El Niño Jagur”.

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