Il Consiglio provinciale di Terni ha approvato l’atto d’indirizzo sul sistema dei rifiuti presentato dal Presidente della Provincia, Andrea Cavicchioli, che prevede il principio della compensazione ambientale e la necessità di migliorare complessivamente la situazione della Conca ternana.
Nell’atto si ribadisce la necessità di “confermare il concetto di prossimità come principio politico-programmatorio da applicare quale indirizzo per lo smaltimento dei rifiuti speciali, unitamente alla specializzazione degli impianti e all’autosufficienza degli ambiti”.
Condivisa è stata anche la direttiva che riduce a 800 tonnellate annue la possibilità di termovalorizzazione di rifiuti sanitari all’Asm, tenendo conto dei fabbisogni delle strutture sanitarie provinciali ed umbre.
Nell’atto il Consiglio provinciale sollecita poi “un rapido percorso per il nuovo piano regionale dei rifiuti che, a partire dal concetto dell’autosufficienza degli ambiti e dall’impianto unico per il ternano, costruisca un sistema di smaltimento innovativo e ancor più ambientalmente compatibile con soluzioni tecnologiche avanzate da parte dell’Asm e alternative anche alla termovalorizzazione, escludendo il “revamping” dell’attuale impianto e tenendo conto delle linee guida del Ministero dell’Ambiente in materia di ottimizzazione del ciclo dei rifiuti.”
La riduzione di produzione dei rifiuti, l’incremento della raccolta differenziata, anche domiciliare, con politiche di incentivazione, costituiscono – secondo il Consiglio provinciale – elementi ineludibili. Il Consiglio di Palazzo Bazzani ha dato mandato a Cavicchioli e all’Assessore all’Ambiente, Fabio Paparelli, ad aprire un confronto politico con l’Ato dei rifiuti per approfondire le questioni relative alla convenzione con il gestore e al piano tariffario, anche sulla base del nuovo quadro complessivo che sta emergendo.
Nel corso della seduta il Consiglio ha respinto con 18 voti contrari la mozione della minoranza ed ha bocciato con 16 voti contrari, un astenuto (Roberto Battistoni del PRC) e un favorevole (il proponente) quella di Leo Venturi, entrambi gli atti erano incentrati sulla richiesta di ritiro della delibera della Regione Umbria.
Il centrodestra, in segno di protesta per il prolungarsi dei lavori e delle sospensioni degli stessi chieste dalla maggioranza, ha abbandonato l’aula prima dell’inizio degli iter di votazione delle mozioni e dell’atto d’indirizzo.
Le decisioni dell’assemblea provinciale terzana hanno avuto il plauso di Legambiente anche se l’associazione si dice preoccupata che parole come “semplificazione impiantistica” e “impianto unico per il ternano” continuino ad essere “ripetute tanto nel centro-sinistra quanto nel centro-destra e non vorremmo che qualcuno pensasse di portare in dote ad Acea un bel mucchio di rifiuti da bruciare nel termovalorizzatore di Terni o da ammucchiare nella discarica di Orvieto”.
In particolare Legambiente è soddisfatta del programma di superamento dell’incenerimento con soluzioni alternative tecnologicamente ed ecologicamente avanzate.
Legambiente fa appello alle Circoscrizioni del Comune di Terni ed alle Assemblee Territoriali del Comune di Narni perché organizzino tanti incontri tra politici, tecnici, e associazioni e comitati e soprattutto con quei cittadini non organizzati (ma non per questo meno interessati alla salute e all’ambiente) che altrimenti sarebbe assai difficile incontrare ed ascoltare.
A proposito delle polemiche proveniente dalla minoranza consiliare, l’Assessore all’ambiente Paparelli ha replicato duramente ricordando che “la presenza di tre inceneritori, di cui uno funzionante a metà, l’altro ancora sperimentale ed un terzo alimentato a biomasse e pulper di cartiera, deriva da atti risalenti alla Giunta di centrodestra del Comune di Terni che avviò i relativi iter autorizzativi”.