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A rischio il recente provvedimento regionale, per consentire ancora per una stagione l'uso dei vecchi pallini per la caccia nelle zone umide, ricopiato da quello toscano, che adesso è stato sospeso dal Tar di Firenze

La decisione della Regione Umbria di prorogare l’utilizzazione dei pallini di piombo nelle zone umide (ad esempio intorno ai laghi di Corbara, Trasimeno ecc.), potrebbe avere i giorni contati.
Il WWF si sta muovendo ed ha ottenuto un decreto cautelare del TAR di Firenze che accoglie la richiesta di sospensione contenuta in un ricorso, per ripristinare la norma contenuta nella Delibera Regionale Toscana che dettava norme minime di salvaguardia per le Zone di Protezione Speciale (cioè le aree più importanti ai fini della tutela dell’avifauna in Europa)”.
La Provincia di Firenze, cosi come altre province toscane (il WWF sta presentando ricorso anche su Pistoia e Grosseto) e la Regione Umbria, aveva approvato una delibera per rinviare ancora di un anno l’applicazione del provvedimento a tutela della fauna
I pallini di piombo, oltre a costituire un grave fattore di inquinamento ambientale, nelle zone umide causano ogni anno la morte di centinaia di migliaia di uccelli acquatici (soprattutto anatre selvatiche), che li assumono per ingestione quando si alimentano filtrando il sedimento.
Gli uccelli acquatici sono infatti soliti ingoiare piccoli sassolini che nel loro apparato digerente favoriscono la frantumazione del cibo e al posto dei sassolini possono ingoiare pallini di piombo con conseguente avvelenamento.
Per questo il piombo nelle munizioni è bandito da vari trattati internazionali e, salvo rare eccezioni, bandito nelle aree umide di quasi tutti i paesi europei.
Il piombo può essere sostituito con materiali non tossici, come ad esempio l’acciaio, ma le associazioni dei cacciatori anche in Umbria avevano sostenuto che tali pallini non erano facilmente reperibili in commercio.

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