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In viaggio sulle strade tra Siena, Grosseto e Perugia: la viabilità è il percorso obbligato della conoscenza... perchè in Umbria viene trascurata fino al limite della vergogna?

Voglio cambiare provincia. Mi sono stancato di essere maltrattato da Perugia e voglio essere adottato da Siena o da Grosseto, se la prima fosse sommersa dalle domande. Di più. Vorrei che tutti i comuni che subiscono gli oltraggi della Provincia di Perugia migrassero verso le due Province toscane che hanno migliori qualità organizzative e soprattutto migliori uomini.
Viaggio spesso tra Todi e la Toscana, utilizzando sia la strada che passa per Orte e Viterbo, sia quella che porta da Perugia a Siena, via Bettolle. Ragazzi, sembra di cambiare mondo. Innanzitutto l’asfalto. Là sembra sempre nuovo. Qui da noi è macerato dal tempo e dall’incuria. Là non ci sono cartelli pubblicitari, e se ci sono non hanno la frequenza goffa di tutti quelli che incontriamo qui da noi, stupidamente ripetitivi e per questo da abbattere. E la segnaletica? Tutta nuova, senza scritte idiote, ben tenuta e curata.
Ma è la pulizia di quelle strade che mi fa capire come quelle che attraversano la Provincia di Perugia siano le più stomachevoli di tutta l’Italia centrale. La differenza la fa allora la qualità degli uomini.
Non voglio avventurarmi in un’analisi socio-caratteriale tendente a dimostrare che gli utenti della strada cambiano comportamento se passano da una provincia all’altra: là puliti e disciplinati, qui da noi sudicioni. Perderemmo tutti del tempo perché è una teoria che non regge. Ciò che regge e funziona è invece la capacità di quelle amministrazioni provinciali, quelle di Siena e Grosseto, di avere cura del bene collettivo. Segno che sono affidate a gente di qualità.

Che cosa vuol dire valorizzazione dell’ambiente e dei panorami? Immagino che tutti sappiano dare risposte convincenti, rimarcando che la tutela del bene paesaggio è, o dovrebbe essere, la prima preoccupazione degli amministratori provinciali della cosa pubblica.
Quante volte abbiamo sentito ripetere dai politici di turno che la grande ricchezza italiana – “il nostro petrolio” ha soggiunto qualcuno in vena di fantasia creativa – è la ricchezza varia dei paesaggi, è la dotazione inestimabile dei musei e delle aree archeologiche, è la saggia miscela di sapori, di colori e di luci che dalle Alpi si sgrana lungo la penisola e le Isole.
Perfetto. E a chi spetta la tutela? Certamente allo Stato – quindi a ciascuno di noi – e, scendendo di gerarchia, alle Regioni, alle Province, ai Comuni.
La tutela dell’ambiente e del paesaggio è dunque cultura perché significa voler bene a quei grandi patrimoni di bellezza che non possono lasciare indifferente chi ha occhi per vedere e cuore per gioire.

E qui siamo al punto. Torno allora alle strade che, da che mondo è mondo, sono il percorso obbligato della conoscenza, dell’ardimento antico, della scoperta. Perché la strade delle province di Siena e di Grosseto, che s’insinuano in panorami di grande bellezza, sono tenute in eccellente stato e soprattutto sono pulite? Rispondo: perché gli amministratori di quelle Province hanno a cuore il bene collettivo e sanno fare il loro mestiere. Si dimostrano gente di cultura, gente che vuole proteggere la bellezza dei luoghi che gli sono affidati.
Sulle strade della provincia di Grosseto e sulle strade della provincia di Siena non ci sono cartacce, non ci sono rifiuti, non ci sono ammassi di bottiglie di plastica. Andateci e verificate con i vostri occhi. Lasci la provincia di Siena ed entri in quella di Perugia è il cuore immalinconisce subito.
La strada che unisce le due città, via Bettolle, in provincia di Siena ha le piazzole di sosta fornite di contenitori che vengono regolarmente svuotati e non ci sono spazzature in giro. Andateci e verificate. Le strade della provincia di Grosseto sono tenute in modo impeccabile, asfalto di qualità, strisce bianche di mezzeria e sui lati rinnovate frequentemente, pulizia dei bordi. Si può vedere qualche bottiglia di plastica gettata nell’erba – gli imbecilli albergano dappertutto – ma non c’è la sconcezza che si incontra sulle strade della provincia di Perugia. E poi là passano a pulire, qui nessuno se ne cura.

Avrete visto come me, immagino, lo schifo desolante che signoreggia sulle piazzole di sosta della strada statale 3 bis, la meglio nota E 45. Mi si dirà che è strada statale e quindi la competenza è dell’Anas. Lo so. Ma possibile che i responsabili della Provincia di Perugia e poi quelli della Provincia di Terni per la sua parte, non sentano il voltastomaco quando passano con le auto di servizio lungo quel luridume? Possibile che a nessuno di lorsignori venga in mente di prendere il telefono e di urlare all’Anas – compartimento di Perugia – che questa schifezza deve finire perché ne va di mezzo la qualità della vita, il decoro dell’Umbria che quella strada tutta attraversa? E se non se la sentono di far capire all’Anas che quello schifo è una vergogna, perché non decidono di ripulire la E 45 con i mezzi della Provincia?
E la statale 448 che va da Todi a Orvieto lungo il lago di Corbara l’avete vista in che condizioni è? Avete mai guardato fuori dal finestrino in certi tratti dove la ramazza e la pala dello stradino hanno finito di lavorare cinquant’anni fa? Avete mai sostato per ammirare lo straordinario panorama che domina le gole del Forello, mettendo i piedi su immondizia vecchia di decenni e mai rimossa? Tutto questo sulle strade delle province di Siena e di Grosseto non c’è, non si vede, tutto è in ordine.
Ai piedi di Todi, lungo il Tevere, ci sono due grandi spazi di sosta dove la sudiceria è rappresentata in tutta la varietà dell’orrore: copertoni, plastica, resti di demolizioni, bidoni, sacchi dell’immondizia di casa e via elencando. Possibile che la Provincia non veda, non sappia, non senta? Possibile che a nessuno venga in mente di spedire sul posto una squadra di operai con un camion e ridare dignità a quei luoghi? Non ha niente da dire neanche il Corpo Forestale dello Stato che ha anche, se ben rammento, compiti di polizia ambientale?
Ho sentito quest’estate a Todi, all’inaugurazione di una bella mostra nei saloni di Palazzo Vignola, la voce dell’assessore alla cultura della Provincia di Perugia. Pensavo che una figura siffatta non ci fosse nell’organigramma della Provincia e per questa ragione ho ascoltato con interesse il suo ornato discorso. Ebbene, se gli capitasse di leggere questa nota, prenda l’auto e faccia un viaggetto sulle strade delle province di Siena e di Grosseto e poi, tornando verso casa, gironzoli un poco su quelle che sono affidate alla cura dell’Anas o della sua Provincia.
Potrà così fare il confronto e dopo decidere: di restare in servizio impegnandosi a fare il cane da guardia e mordere chi di dovere, oppure dimettersi, dopo aver preso atto che la cultura non è soltanto l’esposizione d’arte nei bei palazzi ma anche protezione di quei magici luoghi che il mondo c’invidia. Purchè puliti.

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