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Gli aumenti scatteranno il 1° novembre; le organizzazioni dei consumatori denunciano come nel frattempo le condizioni di trasporto restino pessime

Primo novembre amaro per i pendolari italiani, scattano infatti nuovi e silenziosi aumenti delle tariffe ferroviarie.
“Su tutti i treni del trasporto regionale saranno applicate le tariffe stabilite per legge da ciascuna Regione, anche quando il viaggio inizia in una regione e termina in un’altra. Il prezzo del biglietto, per questi percorsi, sarà calcolato in proporzione alle tratte di competenza”, si legge nel sito di Trenitalia.
Tradotto in soldoni – affermano ADOC, ADUSBEF, CODACONS e FEDERCONSUMATORI – ciò significa un aumento tariffario di circa il 10%, che graverà sui pendolari che tutte le mattine si spostano in treno per raggiungere le scuole o il posto di lavoro.
Si tratta di aumenti silenziosi e vergognosi – proseguono le quattro associazioni – che gravano su una categoria, quella dei pendolari, alle prese quotidianamente con un servizio pessimo, caratterizzato da treni perennemente in ritardo, sporchi, sovraffollati, spesso soggetti a guasti e soppressioni improvvise.
Contro tale politica degli aumenti gli utenti e le associazioni di difesa dei consumatori promettono di non restare a guardare, e si preannunciano clamorose iniziative di protesta da mettere in campo su tutto il territorio, per dire basta a tariffe in costante crescita a fronte di un servizio sempre peggiore.

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