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L'afflusso dei visitatori è concentrato in periodi particolari; per questo la Regione si propone di stimolare la presenza dei "forestieri" anche negli altri mesi

Il periodo pasquale ed i mesi di luglio ed agosto sono quelli in cui in Umbria si concentra il maggior numero di turisti, si tratta adesso di trovare il modo di far venire nella regione anche in altri periodi dell’anno.
I dati sono stati diffusi in occasione della presentazioni del documento triennale di indirizzo strategico sulle attività turistiche della Regione Umbria, sottoposto all’attenzione del Tavolo del Patto per lo Sviluppo alla presenza della presidente della Regione Umbria, Maria Rita Lorenzetti.
Importante la crescita dell’attività che ha visto coinvolto un buon numero di nuovi operatori. In dieci anni, dal 1996 al 2006 il flusso turistico è cresciuto del 25,3% per gli arrivi e del 31,9 per le presenze. In particolare si è passati da un milione 719 mila 594 arrivi e 4 milioni 641 mila 585 presenze del 1996 a 2 milioni 154 mila 963 arrivi e 6 milioni 123 mila 502 presenze del 2006.
Nel settore alberghiero, che comunque fa suo più del 50% delle presenze e ancor più degli arrivi, l’incremento è stato più contenuto (arrivi +9% e presenze +7,8%) e si è passati da 1 milione 433 mila arrivi e 3 milioni 97 mila  presenze nel 1996 a un milione 562 mila 129 arrivi e 3 milioni 340 mila  presenze nel 2006.
È andata decisamente meglio nel settore extralberghiero dove l’incremento è stato più consistente (arrivi +106,9% e presenze +80,4%), passando da 286 mila 550 arrivi e un milione 543 mila 999 presenze nel 1996 al 592 mila 834 arrivi e 2 milioni 783 mila 499 presenze nel 2006.
I picchi dell’occupazione si registrano a luglio e agosto (fino al 75% di occupazione per tutti i prodotti tranne la campagna che a luglio non supera il 50%) e per le festività pasquali (le terme fanno registrare fino al 100% di occupazione, gli altri segmenti di prodotto fino al 75%).
Per un sempre maggiore affermarsi dell’Umbria sul difficile mercato turistico si punta su: la tutela e la valorizzazione dell’ambiente, del paesaggio e dello stile di vita umbro; il potenziamento dei collegamenti strategici per l’Umbria a partire da quelli aerei; la realizzazione di unioni e club che offrano una ricca platea di offerte turistiche innovative; l’arricchimento, il potenziamento e la riformulazione di tutti gli aspetti relativi alla cura dell’immagine regionale, secondo un modello che ha già fatto il successo di alcune mete emergenti in Europa.
Questi sono i quattro punti delineati dal documento triennale di indirizzo strategico sulle attività turistiche della Regione Umbria, che andrà sostenuto con finanziamenti individuati in una piattaforma finanziaria tra gli otto ed i nove milioni di euro all’anno in cui convergeranno risorse regionali di varia provenienza e risorse del «Fas», Fondo Aree Sottoutilizzate.
Le aspettative di crescita del settore saranno monitorate nel corso del triennio, in particolare attraverso l’Osservatorio regionale sul turismo, che continuerà a garantire un supporto tecnico alla programmazione e all’attuazione delle strategie per l’innovazione e la crescita del turismo.

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