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Chi volesse continuare a gustare la bevanda nazionale si dovrà probabilmente rassegnare a farsi asciugare le tasche

Pane, pasta, olio e adesso anche il vino: la dieta mediterranea va a farsi friggere al calore degli aumenti di prezzo.
Quando il vino è troppo
, per non far scendere i prezzi intervengono le istituzioni comunitarie o nazionali con le tasse dei consumatori; quando il vino è poco i consumatori pagano di tasca propria, mentre il vino invenduto delle precedenti stagioni rimane nelle cisterne a spese dei contribuenti.
Il fronte dei prezzi mostra che le contrattazioni delle uve e dei vini all’ingrosso sono caratterizzate da un generale rialzo, con punte di maggior interesse per quei vini particolarmente richiesti dal mercato.
Mediamente si registrano aumenti compresi tra il 5 e il 35% al Nord e al Centro, mentre al Sud dal 5 al 25%.
Al Nord i rialzi riguardano particolarmente le tipologie più quotate come Pinot grigio e Prosecco: quest’ultimo tocca addirittura punte da capogiro che, per alcune partite, fanno registrare picchi fino al 120% in più rispetto alle quotazioni dello stesso periodo dello scorso anno.
In Oltrepò Pavese per Moscato e Pinot grigio si parla di almeno il 30%.
In Abruzzo il Montepulciano, base dell’omonima denominazione di origine, è attestato su incrementi compresi tra il 25 e il 40%.
In Sicilia si registrano lievitazioni di prezzi all’ingrosso tra il 20 e il 35% per Nero d’Avola e Chardonnay.
La scusa per i rialzi è che quella del 2007 è la vendemmia più scarsa degli ultimi 60 anni. Si produrranno infatti circa 40,5 milioni di ettolitri di vino, segnando un decremento di oltre il 18% rispetto alla scorsa campagna 2006 quando la produzione fu di 49.631.000 ettolitri.
Il decremento produttivo ha le sue massime punte nel Sud Italia e in particolare in Sicilia dove, in certe zone, si raggiungono punte anche di -55% rispetto allo scorso anno.
Per trovare una vendemmia inferiore a quella attuale bisogna tornare al 1948, quando si produssero 40,4 milioni di ettolitri.
Per le tipologie vendemmiate dopo la metà di settembre i livelli qualitativi sono ottimi, il Centro Italia è stato comunque privilegiato rispetto al Sud, dove l’umidità primaverile e i caldi estivi spesso non hanno permesso le performance desiderate.
Al Nord i rossi risultano ai massimi livelli.

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